Istat, Salerno low: stipendi sotto i 10 euro/ora Retribuzioni orarie in netto calo - Le Cronache
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Istat, Salerno low: stipendi sotto i 10 euro/ora Retribuzioni orarie in netto calo

Istat, Salerno low: stipendi sotto i 10 euro/ora Retribuzioni orarie in netto calo

Salerno non paga. Non si tratta di una frase fatta fine a se stessa, ma di una vera estrapolazione fornita tramite i dati Istat che, facendo il punto sugli stipendi pagati lungo lo stivale, ha rivelato che le retribuzioni a Salerno sono al di sotto della media nazionale. Il resto del sud Italia non viaggia su un binario particolarmente diverso, tanto è vero che l’intero meridione “gode” il primato delle retribuzioni più basse: nel dettaglio la top-list vede, oltre Salerno, anche Lecce, Cosenza, Ragusa, Benevento, Vibo Valentia, Barletta-Andria-Trani, Foggia e Caserta, così come confermato dal portale finanzalive.
Parliamo, tra l’altro, di dati che fanno riferimento all’anno 2016, dunque in un contesto ancor più “roseo” rispetto a quello degli ultimi due anni che ha visto una decrescita dell’occupazione definita tramite un contratto di qualsiasi tipo e genere (volendo, possiamo tenere in considerazione anche i tanto demonizzati voucher rispetto a una situazione contrattuale indefinita), senza ovviamente tenere conto di una buona fetta di “occupati” che tali non sono sulla carta, visto e considerato che si tratta di lavoratori a nero.
L’Istat, facendo il punto sugli stipendi relativamente ai dati raccolti nel 2016, parla di retribuzioni orarie che continuano a diminuire con passaggio dai 12 euro e 25 centesimi/ora ai 9 euro e 99 centesimi/ora, con una diminuzione del 18,4%. Il dato è stato in crescita, seppur di pochissimi centesimi, tenendo in considerazione i dati 2014 e 2015 (nel 2014 la retribuzione media era di 11 euro e 6 centesimi/ora, nel 2015 si è passati a 11 euro e 21 centesimi/ora), mentre il 2016 avvia una fase sicuramente più difficile determinata dai cosiddetti lavori “low pay”, ossia i lavoretti che ogni tanto si trovano in regola.
Oltre questo, c’è da tenere in considerazione l’ancora immutato “gender pay gap”: le donne, dal punto di vista contributivo, sono ancora sfavorite, al punto da stimare che soltanto il 17.8% delle donne venga pagata più di 15 euro/ora mentre gli uomini che “godono” di una tale retribuzione sono quasi il doppio. Guardando sotto la media, il dato riguarda il 59% delle donne, dunque oltre la metà.
Il dato è dunque storico, unito al fatto che (come prevedibile) è proprio il meridione ad avere una ulteriore medaglia nera: qui la media delle retribuzioni scende sotto i dieci euro/ora senza quasi alcuna eccezione ma una regola sempre più “rispettata”.