Intertrade: Quel viaggio pagato a Martusciello - Le Cronache
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Intertrade: Quel viaggio pagato a Martusciello

Intertrade: Quel viaggio pagato a Martusciello

«Abbiamo la sensazione che ci sia stato qualche turista di troppo». Si conclude così, con quel naturale senso di ironia che fece di lui un magistrato “antropologicamente” poco allineato, la seconda denuncia depositata da Alfredo Greco, commissario straordinario di Intertrade, l’azienda speciale per l’internazionalizzazione delle imprese della Cciaa di Salerno, al centro di un ciclone da diverso tempo. Per giunta, a causa proprio di questo giornale: anche se ai lettori degli altri – di sicuro con qualche unità in più rispetto ai celebrati cinque di Le Cronache- non è dato saperlo. A leggere l’esposto di Greco, depositato il 18 aprile sul tavolo del procuratore Corrado Lembo e del sostituto già titolare di un fascicolo sul caso, Silvio Marco Guarriello, nonché alla procura della Corte dei Conti, par di capire che quell’ironia abbia fondamenta solide. Nelle varie fasi di spoliazione delle risorse pubbliche da parte di quest’azienda speciale, possibile grazie ad una gigantesca distrazione di massa nella filiera del controllo interno ed esterno come raramente s’è osservato, non ci sono soltanto i circa sessantamila euro di pasticcini e babà comprati in un’unica pasticceria salernitana (e non sempre per ragioni istituzionali) a brillare per capacità di attrazione dell’interesse della cronaca. Come già Le Cronache ha raccontato, ci sono pure viaggi in giro per il mondo a spese delle imprese salernitane (via tributi annuali, seppur indirettamente). La bellezza di quasi 1,3 milioni di euro per trasferte di amici, consulenti, giornalisti e politici. Solita storia, finché non arriva il bambino ad urlare che il re è nudo a festeggiamenti in corso: se Le Cronache non avesse fatto la sua lunga e complicata inchiesta, studiando quintali di carte, a quest’ora la festa andava avanti. Ma questa è un’altra storia. I viaggi, si diceva. Come quello a Buenos Aires del consigliere regionale di Forza Italia Fulvio Martusciello che vi volò e soggiornò dal 3 al 9 dicembre insieme a Renato Aliberti, politico di centrodestra di Cava de’ Tirreni, tra gli indagati dalla procura di Salerno nel secondo filone di inchiesta. E’ anche emerso che il presidente Euromed e consigliere Cacia (Camera di commercio italo-argentina), cioè Aliberti, è socio al 50% di Marcello Orlando, fratello dell’ex superdirettore Intertrade Innocenzo, vero motore di tutto: a Roma infatti hanno costituito la “Pharex srl” con capitale sociale di 10mila euro. Con questa seconda bomba sganciata da Greco, che sembra aver già «concluso le indagini», è lecito supporre che i filoni si ingrossino. C’erano pure i “portoghesi” nei viaggi a scrocco (tali Carlo Spagnoli, Anna Abate, Brancaccio, Danilo Ansalone i primi nomi inseriti in denuncia) nel senso di persone che non avendo diritto o non avendone più continuavano ad andare in giro per internazionalizzare chissà cosa. La rete che ha tenuto insieme l’azienda speciale che ha terremotato la seconda Cciaa della Campania, facendo fuggire a gambe levate l’ultimo presidente, in quota centrodestra, Guido Arzano, riconduce ad una sorta di lobby trasversale che ha avuto un peso imponente nel destino dei conti. E non solo. Improntata ad un genere di relazioni private non più liberamente riferibili (lo stupidario contemporaneo e certa creatività giudiziaria obbligano ad ardite perifrasi) che andavano dal cuore di Intertrade ad una filiale del Montepaschi, alla Fondazione Carisal e a congiunti stretti di antichi capatàz della Cciaa, ha toccato il culmine nella vicenda di tal Giuseppe Buonocore. Qui Greco è impietoso quanto a tratti esilarante: «Oltre ad aver lavorato alla Fluid Motion (società ora in liquidazione, considerata centrale nei flussi di danaro, ndr) si presenta nel curriculum come diplomato all’Istituto d’arte, diplomato in danza classica e moderna e poi laureato in lettere moderne: nulla che abbia a che fare con l’internazionalizzazione, con l’imprenditoria, con le aziende, ma che fin dal 2004 comincia ad entrare nell’azienda da cui riceve incarichi a ripetizione e in progressiva successione, fino a ricevere un contratto di somministrazione a tempo indeterminato con Adecco Italia spa, quale responsabile di marketing in una sede individuata in piazza Umberto I presso la Cacia con un compenso in due anni di 217mila 253 euro. Contratto fatto dal direttore Orlando (molto vicino al Buonumore, ndr). Non si sa quali capacità avesse per ricoprire un incarico di Responsabile di marketing, né quale marketing abbia fatto a piazza Umberto I, dove però ha sede la Cacia, il cui vicesegretario generale è Innocenzo Orlando, e pure ritroviamo la sede di Euromed con presidente Renato Aliberti, che è pure consigliere Cacia». E sembra non sia finita. Peppe Rinaldi