Intertrade: ecco dove sono finiti i soldi - Le Cronache
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Intertrade: ecco dove sono finiti i soldi

Intertrade: ecco dove sono finiti i soldi

«…E tutto questo, ancora una volta, senza che alcuno si preoccupasse mai di controllare o anche soltanto di chiedere come si spendevano milioni di euro e men che mai se l’imprenditoria locale ne avesse ricevuto qualche vantaggio». La morale della vicenda Intertrade, l’azienda speciale della Cciaa di Salerno per l’internazionalizzazione delle imprese, è tutta qui, nelle ultime righe della denuncia presentata dal commissario straordinario. Domani mattina la giunta della Camera di Commercio si riunisce proprio sul punto, la relazione di Alfredo Greco. Il quale non ci ha messo molto a capire come abbia funzionato la società. L’ex procuratore in sole quattro pagine, depositate il 28 gennaio scorso sui tavoli di Corrado Lembo e Silvio Marco Guarriello, procuratore e sostituto titolare del primo procedimento penale (n.8489/15/21) e della procura regionale della Corte dei Conti, strappa la corteccia facendo emergere le nervature attraverso cui è stato irrorato di danaro il fusto di Intertrade per anni, senza che un solo sopracciglio si inarcasse. Cose che capitano, non a tutti, non sempre, ma capitano. Ieri dovrebbe esser stato ascoltato dagli inquirenti uno dei vertici dell’apparato burocratico-amministrativo della Camera, convocato all’indomani degli inviti a comparire emessi dalla procura che hanno interessato gli indagati dell’altro filone (Antonio Sala, Francesco Risi, Renato Aliberti e l’ex super direttore Innocenzo Orlando, figura attorno alla quale gira tutto) nei giorni prima della Pasqua. Dalle indagini, intanto, continuano ad emergere fatti che confermano l’intero impianto della nostra lunga inchiesta, avviata ormai due anni orsono: un’orgia di soldi -pubblici- ininterrotta attraverso un reticolo di figure che compaiono un po’ ovunque (associazioni di categoria, fondazioni, banche, imprese, enti, partiti, sindacati, etc.), coperta dalla politica e non solo, con al centro una sorta di “Re Sole”, l’ex direttore Orlando, ora in lite con Intertrade per il riconoscimento del Tfr. Dopo le dimissioni che gli furono brutalmente chieste dallo stesso ex presidente Vincenzo Galiano quando Cronache tirò fuori la storia (non è da escludere che lo stesso Galiano molte cose le abbia apprese da noi), Orlando rivendicò il trattamento di fine rapporto: Intertrade ha contestato, ed avviato un’azione riconvenzionale, cioè ha chiesto lei i danni all’ex direttore. Si vedrà. Ma ciò che fuoriesce dal mare di carte (nella caserma della Tributaria in via Indipendenza, tanto per farsi un’idea, c’è una parete occupata di faldoni Intertrade) seppur non stupisca, continua a colpire l’attenzione. Tre agenzie di viaggi pagate quasi 1,3 milioni di euro, spese per stampa e grafica per oltre 450mila euro, consulenze per 500mila e molto altro. Società spesso domiciliate allo stesso indirizzo, in Salerno, riconducibili a figure legate al mondo dell’associazionismo e delle imprese. Parliamo di alcuni rapporti intrattenuti da Intertrade nel corso del tempo, finiti sotto la luce degli inquirenti. Nella relazione/denuncia, il commissario Greco li definisce addirittura «sconcertanti»: 467mila alla “Grafie sas”; 504mila euro alla “Fluid Motion”; circa 56mila alla “Ibarico srl”; 42mila con “Conf.se.sa. srl”; 153mila con “CC Multilingue”. E poi ci sono i famosi 62mila euro in babà e pasticcini, di cui pure abbiamo già scritto, alla “Pasticceria Svizzera” di Salerno. Cronache ha visionato alcuni documenti ed atti costitutivi di queste società, lambendo il principio del «follow the money», segui i soldi. Ecco cosa ne è venuto fuori. La “Fluid Motion srl” era amministrata da una donna, Katia Saracino, nata a Salerno nel 1982, artista e cantante, la sede della società era in via Sciaraffia, n.9 (Torrione), al piano rialzato, in un appartamento usato (sembrerebbe) anche come centro medico ortopedico. La Saracino ha cessato la carica di amministratore il 2 febbraio 2012, carica passata ad Antonio Cannavacciuolo, da Castellammare di Stabia, che ha trasferito la sede della società in provincia di Napoli, a Santa Maria la Carità, in via Motta Carità 42. Ora è in liquidazione. Questo mezzo milione di euro incassato da Intertrade per consulenze non specificate rischia di pesare seriamente. Così come per la società dell’ex presidente della Fondazione Carisal succeduto ad Antonio Paravia, Giovanni Vietri, imprenditore salernitano (Segno Associati e Pastificio Vietri), socio accomandatario della “Grafie sas”. La società ha sede in via San Leonardo 120, traversa Migliaro. Una sede abbastanza frequentata a quanto pare: perché pure la “Conf.se.sa.srl” ha analogo indirizzo, come pure la stessa Confesercenti, proprietaria dell’azienda amministrata dalla direttrice Bianca Pierri Cecaro, e guidata da Enrico Bottiglieri. Come per la Confcommercio, anche con quest’altra primaria associazione di categoria c’era una sorta di osmosi a quanto sembra. La “Ibarico srl” è del commercialista Francesco Risi, nuovo presidente di Confartigianato, cui si contesta la percezione di circa 56mila euro: la discrasia tra oggetto sociale e incasso di fondi pubblici sembrerebbe aver colpito gli inquirenti. Un quadro più approfondito potrà emergere solo nei prossimi giorni. Tutto ora si svolge su due livelli: da un lato la palla è in mano ai magistrati, penali e contabili, e alla Guardia di Finanza; dall’altro, c’è la decisione politica e strategica da prendere sul destino della società. E questa è una partita che si giocheranno Andrea Prete, Vincenzo De Luca e lo stesso Greco. Resta la sostanza di una storia complessa, da noi raccontata fino alla noia, esemplificativa di un contesto generale dove, però, condotte “private” (non «quelle lì» ma anche quelle lì) eccessive e smisurate hanno esasperato perfino i più scafati realisti.