Intertrade, Cciaa: tutto in famiglia - Le Cronache
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Intertrade, Cciaa: tutto in famiglia

Intertrade, Cciaa: tutto in famiglia

di Peppe Rinaldi Il presidente della Camera di Commercio di Salerno non è solo filo palestinese -la qual cosa è nel suo pieno diritto- tanto da premurarsi di rassicurare un gruppetto di amici con molto tempo libero che «non ci sono iniziative in corso con lo stato di Israele». Il presidente Guido Arzano appare anche spericolato quanto basta per non aver ordinato un’ispezione sull’azienda speciale (Intertrade) prediletta dai vari ‘boss’ che lo hanno preceduto. E, soprattutto, di non aver dato ampia eco pubblica dell’eventuale iniziativa, alla luce di quanto sta emergendo su centinaia e centinaia e centinaia di migliaia di euro (pubblici) persi tra i soliti rivoli affluenti il mare magnum del finanziamento pubblico all’impresa. Sempre e comunque. La vera tragedia del Mezzogiorno. Se e quando sarà possibile lo chiederemo direttamente a lui. O al Ministero dello sviluppo economico in caso di sua inerzia. Nel corso di quest’inchiesta è venuto fuori che, a dispetto di un abito più o meno lindo esteriormente, ci siano numeri che non tornano o che appaiono manipolati quel tanto che basta. Un buco nel bilancio dell’ente (dai 4 ai 6 milioni di euro) causato proprio dall’azienda speciale che, a furia di ricevere anticipazioni dalla Cciaa sul presupposto di incassi a venire che mai arriveranno, ha finito quasi per sbancare il più antico -e, per certi versi, ormai obsoleto- presidio dello spirito e dell’iniziativa imprenditoriale. Ciò che colpisce, al di là delle ricorrenti distrazioni degli organi di controllo (media e magistratura in primis), è il giro di danaro tra Regione, aziende speciali, conti correnti bancari, consorzi vari, soggetti privati, direttori di banca, etc. Rovistando tra le carte della Cciaa spunta una specie di rito orgiastico su letto di banconote. Come, ad esempio, ‘regalarsi’ incarichi ad incrocio, contratti di lavoro, soldi, privilegi. Ricordate la storica figura del segretario generale, dottor Rusticale, la cui firma compariva sotto qualsiasi certificato della Cciaa? Un alto papavero, si direbbe, con altrettanto alto stipendio, sicuramente tutto meritato: altissimo, forse troppo, tanto che il presidente degli Usa oggi non potrebbe sperare in queste cifre. Neppure quello italiano per la verità. Ma questa è una vecchia storia, non è mica ‘colpa’ di un segretario generale di Cciaa se il proprio stipendio tocca i 300mila euro annui. Diventa ‘colpa’ sua, invece, la sgradevole notizia/circostanza secondo cui l’oggi ex segretario generale incassava pure da Intertrade qualche altro migliaio di euro, almeno in alcune occasioni: forse ne aveva bisogno, chissà, ognuno avrà un motivo per considerare 300mila euro una cifra insufficiente. A quel punto vanno bene anche piccole cose, roba da 5/7mila euro a botta. Per non dire di qualche incarico conferito ad uno dei figli del dottor Rusticale, un avvocato, oppure di un ennesimo incarico dato -sempre da Intertrade- al figlio del direttore della banca in cui lavorava un altro dei figli dell’ex segretario generale. Un giro di figli, insomma, roba molto italiana e moltissimo meridionale. Ehmbè, che c’è di male? Niente: c’è solo che direttore di Intertrade al tempo di questa marachella era lo stesso Rusticale e vice direttore, invece, era l’attuale dominus della società, Innocenzo Orlando. Io do una cosa a te e tu dai una cosa a me: regola eterna, imperitura. Il fatto è che i soldi dovrebbero esser propri se si voglia cedere a tanto amichevole abbraccio, per giunta incrociato. Dagli estratti conto bancari visionati, tanto per capirci, si osserva al riguardo un piccolo assalto alla diligenza, risalente a poco tempo fa, di certo indicativo dell’andazzo. Annotare il tragitto dei soldi: un bonifico della Regione Campania arriva all’Acai- Associazione cristiana artigiani italiani- di Salerno (via Berta, 42, quartiere Torrione) per euro 161.960,00 il 24 giugno 2006. Questi soldi vengono girati poi ad Intertrade per 75mila euro. Ancora: 50mila euro vengono girati da questa associazione ad un consorzio diretto da un soggetto molto vicino al direttore di Intertrade. Parliamo del “Consorzio Pellettieri del Bussento”: 50mila euro versati in favore di questo sodalizio guidato dal dottor Vincenzo Buonocore, notoriamente molto vicino al direttore Orlando e con un curriculum ‘stravagante’, almeno per chi è assunto in una Cciaa o pezzi collegati: laurea in Lettere e Filosofia, esperto ballerino di danza classica. Titoli e qualifiche nobilissimi, detto senza la minima ironia, ma evidentemente superiori alla consolidata tradizione secondo cui per entrare in Camera di commercio in genere bisogna capirne, giusto un po’, di ragioneria, economia, legge, ingegneria, gestione aziendale, etc. E allora? Niente, sembrerebbe tutto regolare: peccato che il tutto passi per “attività istituzionale” mentre è evidente che si tratti di attività commerciali assoggettabili ad un regime fiscale e tributario ordinario. A che gioco giocano? Cosa consigliano alle imprese che dovrebbero invece “governare”, di far lo stesso? Soldi, dunque, che arrivano da enti pubblici e vengono girati ad un’azienda speciale (pubblica) che a sua volta li gira ad un consorzio (privato) diretto da un amico stretto del vice-direttore della società erogante (pubblica) creata proprio per fare ciò che questo consorzio (come altri) avrebbe dovuto fare (si esternalizza l’esternalizzazione, ricordate?) affidando pure un incarico legale al figlio avvocato del ‘boss’ del momento in Cciaa e in Intertrade stessa (bonifico di 4mila e 166 euro in favore dell’avvocato Dario Rusticale), stampando materiale per euro 15mila in una tipografia, pur’essa molto amica. Non sembra urgente aggiunger altro. (7-continua)