In Campania circa il 39% dei minori vittima di maltrattamento in famiglia - Le Cronache
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In Campania circa il 39% dei minori vittima di maltrattamento in famiglia

In Campania circa il 39% dei minori  vittima di maltrattamento in famiglia

La Campania è la regione italiana più esposta al maltrattamento all’infanzia, sia in relazione ai fattori di rischio presenti sul territorio regionale sia in relazione ai servizi di prevenzione e contrasto al fenomeno. A lanciare l’allarme la fondazione Cesvi, presentando il quarto indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia, con un focus specifico sul covid19 e la salute mentale. Dopo un anno di pandemia è innegabile che il “trauma collettivo da Covid 19” abbia creato un reale impatto sulla salute mentale collettiva. A pagarne il prezzo più alto sono stati i più fragili, a cominciare da bambini/e e adolescenti che, a causa di un maggiore componente stressogena all’interno del proprio nucleo famigliare, sono esposti a maggiore rischio di maltrattamento. Secondo la fondazione Cesvi, infatti, in una situazione di sofferenza generalizzata, la futura generazione è messa gravemente a rischio ed è necessario adottare, quanto prima, un intervento multidimensionale di medio e lungo termine per le politiche di prevenzione e contrasto al maltrattamento, oltre a quelle di cura della salute mentale per evitare che il trauma da Covid-19 accresca il fenomeno. La lettura di dati numerici del fenomeno del maltrattamento non può non tener conto di questi elementi: solo tenendo in considerazione anche questi fattori è possibile restituire una fotografia chiara del rischio al quale sono esposti migliaia di bambini e adolescenti nel nostro Paese dopo un anno di pandemia. L’indice analizza la vulnerabilità al maltrattamento dei bambini nelle singole regioni italiane, attraverso l’analisi dei fattori di rischio presenti sul territorio e della capacità delle amministrazioni locali di prevenire e contrastare il fenomeno tramite i servizi offerti. Il risultato è una graduatoria basata su 64 indicatori classificati rispetto a sei diverse capacità che rappresentano la struttura portante dell’Indice: capacità di cura di sé e degli altri, di vivere una vita sana, di vivere una vita sicura, di acquisire conoscenza e sapere, di lavorare e di accesso a risorse e servizi. L’edizione 2021 dell’Indice dedica un importante e approfondito focus all’impatto che la pandemia ha prodotto sulla salute mentale grazie al contributo di testimoni privilegiati esperti ed esperte dei servizi territoriali”. Il prolungarsi della pandemia ha reso cronica e strutturale l’emergenza della prima ondata, logorando lentamente la capacità di resilienza e resistenza psicologica e sociale. Dalla ricerca, infatti, emerge l’opinione condivisa sull’esistenza di uno specifico «trauma collettivo da Covid-19» che ha agito da detonatore di disagio grave, in special modo tra le persone e le famiglie già fragili o con traumi pregressi. Nelle famiglie più fragili è infatti aumentata in modo preoccupante la conflittualità, la violenza contro le donne e la violenza assistita e subita dai minori. Se si considera che la casa rappresenta il luogo più pericoloso (tra il 60/70% dei bambini/e tra i 2 e i 14 anni di età ha vissuto episodi di violenza emotiva da parte dei propri caregiver) è facile intuire come i periodi di lockdown abbiano costituito una aggravante della problematicità. Nell’ultimo anno abbiamo assistito anche a un forte stress negativo sullo stato di salute mentale di genitori e bambini/e legato a fattori quali la paura di ammalarsi, i minori contatti sociali, le preoccupazioni economiche e l’insegnamento online, contribuendo all’aumento del burnout genitoriale , situazione in cui è stato dimostrato essere più probabile che i bambini e le bambine vengano maltrattati anche in presenza di fattori protettivi quali, ad esempio, il livello di reddito o di istruzione, dal momento che si tratta di un fenomeno che colpisce potenzialmente tutti i tipi di famiglie. Il 43% degli italiani e delle italiane, inoltre, ha riportato un peggioramento della loro salute mentale nell’ultimo anno; il Covid-19 rappresenta dunque un potente fattore di rischio per il maltrattamento all’infanzia: un quadro tanto più preoccupante se si considera che il fenomeno emergerà in tutta la sua portata solo quando la pandemia sarà conclusa. Ad aggravare il quadro complessivo della situazione di bambini e adolescenti in Italia il dato riportato dall’Indice che riguarda l’impatto del Covid-19 sulla loro salute mentale: in generale c’è stato un aumento nelle richieste di aiuto psicologico per bambini/e e ragazzi/e e si è registrato un aumento dei tentativi di suicidio di ragazzi/e, specie durante la seconda ondata della pandemia: dall’ottobre del 2020 fino ad oggi sono aumentati del 30% i tentativi di autolesionismo e di suicidio da parte degli adolescenti. Già da oggi è quindi evidente l’urgenza di un intervento sul sistema dei servizi alla famiglia e ai minori LA SITUAZIONE IN CAMPANIA. La Campania, in particolare, stabile in 20esima posizione sin dalla prima edizione dell’Indice, registra il peggior livello tra tutte le regioni italiane in ben cinque capacità delle sei prese in esame dall’Indice: la capacità di cura di sé e degli altri, di vivere una vita sana, di vivere una vita sicura, di lavorare ed accedere a risorse. La regione, rispetto agli anni precedenti, riscontra un peggioramento nella capacità di vivere una vita sicura (19° posto nell’edizione 2020), stabile invece la capacità di acquisire conoscenza e sapere (al 18° posto). La Campania si conferma, quindi, una regione a “elevata criticità” che combina una situazione territoriale particolarmente difficile sia per i fattori di rischio che per l’offerta di servizi. Cesvi è attiva in Campania dal 2017 per prevenire e contrastare i fenomeni di trascuratezza e maltrattamento infantile operando nella periferia di Napoli, quartiere di San Pietro a Patierno, insieme alla cooperativa locale Il Grillo Parlante. Lo scenario descritto dall’organizzazione è allarmante: il 39% dei minori, ovvero circa 2.000 bambini e adolescenti, risultano vittime di maltrattamenti, spesso all’interno della famiglia. L’emergenza sanitaria e il conseguente lockdown hanno peggiorato i problemi economici e sociali delle famiglie più fragili: sono nate nuove problematiche e quelle preesistenti si sono “drasticamente rafforzate”. La Fondazione Cesvi ha incrementato i suoi interventi progettuali anche in Italia per fornire una risposta concreta all’infanzia maltrattata e a rischio maltrattamento con progettualità che mutuano l’esperienza maturata in 35 anni di interventi all’estero attraverso la metodologia sviluppata nelle Case del Sorriso, luogo di cura per bambini/e e adolescenti vittime di maltrattamento. Il maltrattamento all’infanzia rimane un problema particolarmente grave e pervasivo nella nostra società che produce conseguenze drammatiche sulla salute dei maltrattati dal breve al lungo termine, sul loro equilibrio psico-fisico e, più in generale, su tutta la società. Sono molteplici e complessi i danni provocati da maltrattamento e trascuratezza: a livello fisico, come ferite e fratture; a livello psicologico come ansia, depressione, sbalzi di umore; a livello cerebrale con possibili ricadute a livello cognitivo, linguistico e mentale.