- Nel segno musicale di Claudio ScimonePubblicato 13 ore fa
- Le immagini di Odïle per raccontare SalernoPubblicato 1 giorno fa
- La rivoluzione gentile di Angelo NairodPubblicato 1 giorno fa
- Ultimo giorno del Gran Carnevale di MaioriPubblicato 1 giorno fa
- Magliano Vetere torna al voto con due candidati sindaciPubblicato 2 giorni fa
- Laurito, due candidati sindaciPubblicato 2 giorni fa
- Alfano, Gerardo Elena Anna sfida Francesco Carbone per la fascia tricolorePubblicato 2 giorni fa
- Acerno, due candidati sindaciPubblicato 2 giorni fa
- Albanella torna al voto dopo il commissariamento con quattro candidati sindaciPubblicato 2 giorni fa
- Sant’Arsenio, candidato unico con l’uscente Donato PicaPubblicato 2 giorni fa
Imprenditore salernitano trova libretto del 1886: vale 2 milioni

“Il più antico libretto bancario d’Italia e ha un valore di 2 milioni di euro. A ritrovarlo è stato Mario Pinto, imprenditore cinquantenne originario di Salerno ma residente a Pesaro. L’uomo, nel mese di novembre dello scorso anno, mentre era insieme alla compagna nella villa di famiglia, ha trovato, tra foto e ricordi, anche un libretto bancario nominativo – emesso dal Credito agricolo della Cassa di risparmio di Bologna – intestato al conte Gioacchino Pinto, con un saldo, all’anno 1886, di 8.000 lire. Mario è bisnipote e ultimo erede del conte Gioacchino Pinto, un nobile originario della città portoghese di Oporto, importante diplomatico degli Emirati Arabi trasferitosi in Campania durante la dominazione borbonica. Il titolo di credito, del quale l’imprenditore cinquantenne non era a conoscenza, è stato fatto stimare da un consulente contabile che ha calcolato – dalla data di emissione a quella del ritrovamento, con gli interessi legali della rivalutazione e della capitalizzazione – una somma pari a circa due milioni di euro.Pinto ha deciso, con il patrocinio delle avvocatesse del Foro di Roma Sarà Gitto e Annalisa De Angelis, di intraprendere un’azione legale – dinanzi al Tribunale civile di Roma – nei confronti della Banca d’Italia e del ministero dell’Economia e delle finanze, per ottenere il consistente rimborso della somma. I due Enti pubblici, infatti, rispondono in solido non solo dei Titoli di Stato emessi durante la vigenza della Repubblica Italiana, ma anche durante la vigenza del Regno d’Italia
Fonte AdnKrons