Immagini per le nuove generazioni - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Immagini per le nuove generazioni

Immagini per le nuove generazioni

Ottimo concorso di pubblico al Museo F.R.A.C. di Baronissi, per il vernissage della mostra fotografica di Corradino Pellecchia e Franco e Luigi Siano, “Alleate presenze”, in occasione del LXXV anniversario dello sbarco a Salerno

Di OLGA CHIEFFI

I fantasmi dei soldati alleati che “invasero” Paestum e Salerno, la notte del 9 settembre del 1943, ri-attraversano quei luoghi, teatro di scontri duri, i templi, la stazione di Capaccio, il Lungomare, il porto, la spiaggia dei poveri, ritrovandoli cambiati (migliorati?) grazie alla pace loro donata, agli “ismi” abbattuti, ad una forte dose di iniezione di coraggio che ci fece ri-alzare la testa. Le Alleate presenze “Virtuale, tra memoria e realtà”, una selezione di fotografie con interventi digitali di Corradino Pellecchia, Franco Siano e Luigi Siano, dedicate allo sbarco a Paestum e a Salerno del settembre 1943, sono sbarcate al Frac di Baronissi, dove vi rimarranno fino al 28 ottobre, che vuol celebrare con queste immagini il LXXV anniversario dell’operazione Avalanche. La mostra, progettata da Massimo Bignardi e realizzata in collaborazione con lo spazio Arte Tre, l’associazione “Avalanche 1943” e l’associazione “Anima Libera”, propone il lavoro dei fotografi Corradino Pellecchia e Franco Siano, invita ancora una volta a riflettere nel proprio sentire sulla parola la libertà che non è un valore gratuito che esiste automaticamente o una condizione che si mantiene da sola. Un momento per riaffermare che la libertà va difesa giorno per giorno e che tutti noi dobbiamo tenere sempre gli occhi ben aperti se vogliamo custodire questo bene prezioso che garantisce alle persone di vivere al meglio possibile. Le date, che hanno portato i nostri fantasmi a ritornare e a vegliare sui nostri luoghi sono tante, troppe, buone e cattive, dall’applicazione delle leggi razziali in Italia, al 24 maggio 1915 quando l’Italia entrava in guerra contro gli Imperi centrali, gettandosi nella Prima Guerra Mondiale, il 28 ottobre del 1922 data della famigerata “Marcia su Roma” che guadagnò l’incarico a Mussolini di costituire un nuovo gabinetto, il 10 giugno del 1940, la folle ed obbligata entrata in guerra dell’Italia, lo sbarco in Sicilia, l’8 settembre, l’armistizio, l’operazione Avalanche a seguire, il 25 aprile inizio della ritirata da parte dei soldati della Germania nazista e di quelli fascisti della repubblica di Salò, i “repubblichini”, da Torino e  Milano, dopo che la popolazione si era ribellata e i partigiani avevano organizzato un piano coordinato per riconquistare le città, casa per casa. Cosa lega tutte queste date? Sono date chiave, una di entrata e una di uscita da due grandi fornaci belliche da cui oltre l’idea sognata dai patrioti del Risorgimento, l’Italia ne è venuta fuori cambiata moralmente, perché forte di una nuova e più vasta consapevolezza del proprio essere popolo e nazione. Da queste date è venuta fuori una democrazia piena, vissuta come costante compartecipazione di tutti ai problemi, e alle scelte, collettivi: la democrazia più piena e più alta, che la storia d’Italia abbia mai conosciuto. Gli “americani”, il Melting Pot del loro esercito, il loro fare bonario, un po’ sfrontato, il cioccolato, l’esotismo delle Camel, e finanche i “V” disk, servirono a far capire che la guerra era davvero finita, assieme ad un’epoca dura e buia, e che con loro ne iniziava un’altra, quella della libertà. Questo sogno, questa illusione, permise alla muscolatura di un’Italia distrutta, e ancor di più nello spirito, di rimboccarsi le maniche e di ricostruire dalle proprie macerie il proprio domani. Come raccontare semplicemente tutto ciò alle giovani generazioni? Attraverso le arti, tutte. Abbiamo riascoltato nelle diverse celebrazioni la loro musica, lo swing, una musica che cambia nel tempo, poiché racchiude in sé l’improvvisazione, la libertà degli arrangiamenti, al Frac, le immagini dell’epoca si fondono con i panorami attuali, ad eterno ricordo che i nostri luoghi della memoria, oggi popolati di “alleate presenze”, potrebbero veder riapparire ben altri, oscuri, fantasmi.