Il tramonto del glamour di Salerno e l’Assessorato all’Estetica - Le Cronache
Ultimora

Il tramonto del glamour di Salerno e l’Assessorato all’Estetica

Il tramonto del glamour di Salerno e l’Assessorato all’Estetica

di Michelangelo Russo

La recentissima notizia dell’avvio di un’inchiesta pure su Luci d’Artista è un ulteriore colpo all’immagine dei fasti salernitani, dopo lo scoppio dello scandalo delle cooperative che offuscò l’inaugurazione del Crescent, e la storiaccia dello Scabec che è un altro colpo alla presunta vocazione culturale delle nostre zone e delle amministrazioni sintoniche, Regione e Città di Salerno.

Il bello non è più sinonimo di buono, e comunque non tira più in zona. Il modesto tentativo di un mese fa dell’Assessore al Traffico, dr. Tringali, di abbellire qualche piazzetta con vasi di ortensie e tulipani, è stato già sconfitto dalla miseria conclamata delle finanze comunali, sull’orlo del crac totale. Perfino le coreografiche passeggiate dell’anno scorso, sia del Sindaco che del Governatore, inneggianti al bianco caraibico delle sabbie (finte!) del ripascimento a Pastena e Mercatello, quest’anno non si sono rinnovate. A dispetto delle attese e degli annunci, la gloria balneare di Salerno come Miami Beach ha avuto una battuta d’arresto: le gare d’appalto non sono partite, per motivi non pubblicamente chiarissimi. Non possono escludersi, a questo punto, ulteriori problemi di natura giudiziaria sulla conformità delle sabbie nuove alle norme di protocollo dettate in materia dal Ministero dell’Ambiente, di concerto con le Regioni. Rimaniamo, quindi, per il fronte mare, in attesa del Bello ancora un po’! Pessime le notizie sul fronte di Porta Ovest. Il buco nella montagna, che da Canalone porta al Molo Manfredi, ostenta il suo oltraggio alla povera montagna del Castello di Arechi, ai cui piedi si innalzano, sul verso a monte, sempre più alti grattacieli di containers multicolori nella cava di pietra che si è già mangiata mezza montagna, ma che non viene risanata ambientalmente per verosimili esigenze di stoccaggio. Il tutto mentre i salernitani non hanno ancora capito che il raccordo tra il buco che esce su via Gatto, bello fresco, va raccordato con l’autostrada con prevedibili tornanti di collegamento in puro cemento armato che impatteranno col fronte paesaggistico millenario di Salerno al pari di una diga lacustre per centrali idroelettriche. Non a caso il progetto riportato in cartellone sul sito dei lavori è solo illustrato con una visione piatta del tracciato, ma non tridimensionale! Insomma, anche qui staremo a vedere il Bello che ci aspetta! Ma adesso veniamo a qualche paragone che possa dare un minimo di speranze sull’Estetica. La necessità di un Assessore all’Estetica, annunciata in un mio articolo di giorni fa, non è per nulla una strampalata invenzione di un nostalgico salernitano della perduta bellezza provinciale della Salerno anni ’50 e ’60. Nel settembre dell’anno scorso, nella scia di iniziative del genere nate un po’ dappertutto nelle latitudini civili del Nord Europa, Federico Scarioni, scrittore noto parecchio nella ricca regione della provincia milanese, ha riunito nel palazzo cittadino di Rebecco sul Naviglio un gruppo di intellettuali per sensibilizzare tutte le forze politiche e sociali sull’opportunità delle istituzioni di un Assessore all’Estetica.

Un Assessorato apposito che si occupi di definire aree cromatiche della città, l’armonia dei piani di illuminazione cittadina, gli arredi pubblici esterni, le opere d’arte di pubblica e continua fruizione, il patrimonio storico e artistico in rapporto all’urbanistica delle nuove realizzazioni, il tipo di piantumazione per quanto possibile autoctona, la cura della segnaletica e della grafica cartellonistica, etc. L’iniziativa di Scarioni ha avuto vasta eco, e anche regioni lontane come l’Abruzzo hanno, in occasione delle elezioni di settembre 2021, ripreso l’idea.

Nei precedenti articoli sul punto abbiamo ricordato l’attenzione al paesaggio cittadino che sta tenendo il Comune di Vietri, con le sue panchine e i suoi muretti che alla Marina sono ormai un museo a cielo aperto. Insisteremo per raccogliere adesioni alla speranza di una immagine più curata della città. Come ha fatto la cittadina lombarda di Mesero, dopo le parole sull’Assessorato all’Estetica. Sta riqualificando le facciate dei palazzi con scene legate alla storia e alla tradizione della città.

Michelangelo Russo

Il modesto tentativo di Tringali di abbellire qualche piazzetta è già fallito