Torna domani, l’appuntamento con Il Club della lettura al Teatro Ghirelli. Protagonista di questo quarto incontro – organizzato in collaborazione con Anpi Salerno – è lo storico e giornalista Mario Avagliano che presenta a Salerno il suo ultimo volume Paisà, sciuscià e segnorine. Il Sud e Roma dallo sbarco in Sicilia al 25 aprile (Il Mulino, 2021), scritto assieme a Marco Palmieri. A parlarne con l’autore, Alfonso Conte, docente di storia contemporanea all’Università di Salerno, Ubaldo Baldi, presidente dell’Anpi di Salerno. Conduce Eduardo Scotti. È previsto un recital con letture di Andrea Carraro e Amelia Imparato. Gli incontri del club – a cura di Andrea Carraro, Mariano Ragusa ed Eduardo Scotti – si svolgeranno tutti i giovedì con la data dispari nella sala allestita al piano terra del Teatro Ghirelli (ingresso libero). Il libro La caduta di Mussolini e l’armistizio lasciano l’Italia stremata e divisa, mentre gli Alleati e i tedeschi si contendono palmo a palmo la penisola con scontri violenti, bombardamenti, stragi, rappresaglie, stupri, rastrellamenti, saccheggi, sfollamenti. Fame, disperazione, macerie e morte la fanno da padrone. Anche l’assetto istituzionale è segnato da una profonda frattura, tra il Regno del Sud e la Repubblica Sociale Italiana. Gli Alleati sbarcano a Salerno e la linea del fronte avanza lentamente da sud a nord e in questo periodo alla feroce occupazione tedesca del centro-nord si contrappone la convivenza forzata con i liberatori anglo-americani nel Mezzogiorno. Il peculiare percorso di uscita dalla guerra dell’Italia meridionale è il tema del volume di Mario Avagliano e Marco Palmieri, che raccontano questo periodo attraverso una pluralità di fonti coeve: lettere, diari, corrispondenza censurata, relazioni delle autorità italiane e alleate, giornali, canzoni, film. Un racconto corale in cui le vicende istituzionali e militari – che sono più note – restano sullo sfondo, mentre viene ricostruito dettagliatamente quel clima che Curzio Malaparte in Kaputt esemplifica così nella frase citata nella quarta di copertina del volume: «Tutti fuggivano la disperazione, la miserabile e meravigliosa disperazione della guerra perduta, tutti correvano incontro alla speranza della fame finita, della paura finita, della guerra finita, incontro alla miserabile e meravigliosa speranza della guerra perduta. Tutti fuggivano l’Italia, andavano incontro all’Italia». La ritirata e il breve periodo dell’occupazione tedesca del Sud lasciano sul terreno migliaia di morti e fino ad ora sono stati censiti 942 episodi di violenza e 2.623 vittime, per l’86% civili, cui si aggiunge l’altrettanto sanguinosa esperienza della popolazione nel Lazio, con 1.060 vittime in 169 atti criminali. Ma anche l’arrivo degli Alleati non è sempre pacifico, specie dove si abbatte la furia delle truppe che si abbandonano a stupri e violenze, passate alla storia come marocchinate, per il coinvolgimento dei reparti coloniali francesi. I capitoli del libro di Avagliano e Palmieri dedicati a queste vicende sono ricchi di storie inedite o poco conosciute. La parte centrale del libro è dedicata a Salerno e alla provincia, prima oggetto dello sbarco e della battaglia tra Alleati e Tedeschi che porta alla liberazione del Mezzogiorno e poi dal febbraio 1944 capitale del Regno del Sud. Numerose le testimonianze di cittadini di Salerno, di Cava de’ Tirreni e di altri centri della provincia citate nel libro.
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