Il sogno rivelatore di Nico Capuano - Le Cronache
Spettacolo e Cultura lettura

Il sogno rivelatore di Nico Capuano

Il sogno rivelatore di Nico Capuano

Il romanzo fantaesoterico,  una storia narrata in prima persona dal protagonista che attraversa un arco temporale esteso dall’infanzia alla maturità, è disponibile su Amazon in versione ebook, formato Kindle

Di Aristide Fiore

Il rapporto, a volte controverso, tra sviluppo personale e società, vissuto fino al punto critico rappresentato dall’imminente realizzazione di un’utopia che rischia di essere compromessa sul nascere, è al centro de’ “L’app che cambiò il mondo. La nuova frontiera dell’intelligenza virtuale”, un romanzo fantaesoterico che tocca però aspetti quanto mai attuali del progresso tecnologico, scritto da Nico Capuano e disponibile su Amazon in versione ebook, formato Kindle, con la prefazione di Daniela Di Paolo e la postfazione di Francesco Citro. La vicenda, imperniata sulla creazione di WIT, un’app per smartphone capace di determinare la condivisioneuniversale del sapere, parte da lontano. Un sogno rivelatore, compreso tuttavia pienamente solo a distanza di molti anni, provocherà l’intuizione necessaria a raggiungere l’ambizioso traguardo. In mezzo c’è la storia di un personaggio dotato di un’inesauribile capacità di interrogarsi e di interrogare ogni aspetto della propria esperienza, che sconfina in accenti mistici e visionari, fino all’ottenimento di un grado di empatia e consapevolezza che sfocia nella percezione extrasensoriale. Comunque si voglia classificare quest’opera, sembra evidente di avere a che fare sostanzialmente con un romanzo di formazione, una storia narrata in prima persona dal protagonista che attraversa un arco temporale esteso dall’infanzia alla maturità, sviluppata attraverso la rievocazione di episodi significativi raccordati da panoramiche sui tratti temporali e evolutivi intermedi: somiglia, forse non a caso, all’atto di unire i puntini di un disegno che un famoso innovatore, Steve Jobs, anch’egli legato essenzialmente al mondo dell’informatica, usò come metafora della propria parabola personale. Come il famoso visionario di Cupertino, uno che il mondo l’ha cambiato davvero, anche il protagonista di questa storia affianca all’istruzione regolare, assecondata quanto basta, un proprio percorso dettato dalla coltivazione di passioni apparentemente fini a se stesse e stimolato da una grande curiosità e dall’impulso di oltrepassare i limiti, siano essi imposti dalla paura, dalla sfiducia o da una società ancorata a credenze, pregiudizi o ipnotizzata dai vari miraggi collettivi succedutisi negli anni, assecondati o addirittura creati apposta e continuamente rinnovati dai veri beneficiari del consumismo. La crescita interiore del protagonista attraversa tutte queste fasi, delle quali dà conto non solo per delineare lo sfondo storico e culturale della sua evoluzione, ma soprattutto per mettere in luce le reazioni e le strategie innescate dal continuo confronto con la realtà che lo circonda e con altre menti illuminate. Al di là del successo personale, raggiunto attraverso vari stadi la cui sequenza basterebbe di per sé a rendere attraente questa storia, il culmine di questo progresso, corrispondente sul piano materiale alla realizzazione di un software rivoluzionario, coincide con la consapevolezza di essere venuto a trovarsi sullo stretto crinale che separa il genio benefattore dell’umanità dall’apprendista stregone, la cui invenzione rischia di finire nelle mani sbagliate, sfuggendo irrimediabilmente al suo controllo. Il destino di ogni innovazione dipende infatti soprattutto da chi ne farà uso e dal modo in cui deciderà di impiegarla. Quello della mente collettiva è, nel bene e nel male, un argomento all’ordine del giorno. La tecnologia informatica ci sta andando sempre più vicino. Dagli algoritmi per cercare contenuti in base alle parole chiavealla realtà aumentata e poi ancora Wikipedia, con la sua aggregazione volontaristica di esperti impegnati nella continua produzione e revisione di contenuti, e infine la ricerca inversa per immagini. WIT (acronimo di “What Is This”, “cos’è questo”), almeno nella sua versione iniziale, sembrerebbe basarsi proprio sull’applicazione sinergica di questi ultimi due principi, ma è capace di andare molto più in là: si tratta infatti, di una specie di motore di ricerca computazionale per immagini che ingloba le funzioni di autoapprendimento dell’intelligenza artificiale. Ma cosa accadrebbe se questa immensa capacità di aggregare e erogare conoscenza riguardo a ogni cosa venisse applicata alle persone, non più come utenti cioè, ma come oggetto di indagine? La diffusione di un programma capace di ampliare la conoscenza universale in una misura mai sperimentata prima sarebbe in grado di migliorare le relazioni, eliminando  ogni ombra, ogni segreto e quindi favorendo un grado di parità generalizzato, prima che qualcuno possa farne invece uno strumento di dominio? Come il protagonista, anche il lettore avrà la possibilità di fermarsi impietrito davanti a tali dilemmi, cercare un compromesso o far tesoro dell’occasione di riflettere sulla ​natura umana, sulla società e sulla vita stessa che viene proposta attraverso questa vicenda, e andare avanti con più consapevolezza.