Il Pd perde terreno nel regno di De Luca. Bene il Pdl. Fdi: si salva solo Cirielli - Le Cronache
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Il Pd perde terreno nel regno di De Luca. Bene il Pdl. Fdi: si salva solo Cirielli

Nel regno di De Luca qualcosa inizia a traballare. E non solo, perché, il Pd, con molta probabilità, tra qualche giorno, dovrà lasciare la sede di via Manzo ma soprattutto per la performance di Landolfi & C. A quanto pare, nonostante tutto a Salerno città il Popolo della Libertà ha fatto la sua bella figura. Per non parlare dei grillini che hanno fatto il botto. Primo naturalmente il Pd con risultati diversi rispetto a quelli sperati in un territorio dove un sindaco democratico incassa il 75 per cento dei consenti. Insomma il predominio deluchiano sembra che sia sulla via del tramonto. E la sentenza arriva già ora. Senza attendere, dunque, le elezioni regionali, la cui ricandidatura per la carica di Governatore sembra ormai sempre più lontana.
I conti, in casa Pd, non tornano. E se in città il Pd mantiene la leadership, in provincia è il disastro. Un risultato al di fuori di ogni aspettativa o previsione della vigilia che probabilmente ha spiazzato l’establishment Pd. Certo è il silenzio di De Luca avrà pur pesato, così come l’assenza di salernitani in lista, eccezion fatta per Fulvio Bonavitacola.
Chissà ora, nell’analisi post voto, quanti piani si dovranno rivedere in casa Partito democratico. Primo fra tutti l’investitura di Bonavitacola quale successore di De Luca ma anche, in termini più immediati, la revisione di una segreteria provinciale che nel massimo splendore ha racimolato un modesto risultato, rispetto alle potenzialità.
E il risultato dei grillini, in una città dove il fascino di Beppe non ha mai avuto tanta presa, ne è la più seria dimostrazione. Non fosse altro che nel movimento 5 stelle, fondamentalmente, sono confluiti coloro che in questi mesi stanno contestando duramente le scelte urbanistiche e politiche dell’amministrazione comunale del sindaco De Luca. Se non è stato un referendum, poco ci è mancato, praticamente se si considerano i principali protagonisti del Movimento 5 Stelle e le loro ultime battaglie, a partire dal Crescent all’ultima variante urbanistica al Puc.
Un regno che non splende più dal suo «Re» rimasto dietro le quinte in questa competizione elettorale ma speranzoso sempre del sostegno del suo popolo. Ma così non è stato. Nonostante tutto, il Popolo della Libertà che altro non poteva fare che contare sulla presenza dell’ex ministro alle Pari opportunità Mara Carfagna, il suo risultato lo ha portato a casa. Nonostante lo strappo e l’uscita di massa dei Fratelli d’Italia che qui in città hanno racimolato neppure il 4% (3,30) alla Camera e nemmeno il 3% al Senato (fermo al 2,96).
In casa Pd, Luca Cascone ammette la sconfitta e rimpiange Matteo Renzi, lo sconfitto delle primarie di novembre. L’assessore comunale alla mobilità fa “mea culpa” su Facebook, rimproverando al suo partito la mancata capacità di cogliere la voglia di rinnovamento dell’Italia. «Chapeau!!! Bisogna riconoscerlo con spirito critico “abbiamo perso”!Poi magari le percentuali ci sostengono almeno un po’ – scrive Luca Cascone – Il mio partito, pur se riformista e di sinistra, non ha saputo comprendere e raccogliere lo spirito di cambiamento che esiste nel paese! Raccolto da Grillo… Ora lo capiremo?
Non resta che sancire il fallimento definitivo dell’intero gruppo dirigente e soprattutto di chi, magari come me più giovane, non ha compreso fino in fondo quanto innovativo fosse il messaggio incarnato da Renzi!».

 

26 febbraio 2013