Il “Da Procida” si prepara ad ospitare l'Unità spinale - Le Cronache
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Il “Da Procida” si prepara ad ospitare l’Unità spinale

Il “Da Procida”  si prepara ad ospitare  l’Unità spinale

di Rosa Coppola

“L’ospedale Da Procida conferma la sua vocazione riabilitativa e, appena possibile, quando usciremo dalla pandemia, riprenderemo speditamente per la realizzazione della Unità spinale”. L’annuncio arriva in diretta, ieri, dall’onorevole Franco Picarone (Consigliere regionale e componente Commissione sanità) ospite del format “Cronache salute”, insieme alla dottoressa Gemma Siano (Direttore Medicina riabilitativa Ruggi)e ad Arturo Sessa (segretario generale Cgil- Salerno) per parlare del futuro dell’ex sanatorio di Salerno. Il consigliere regionale non si è tirato indietro dinanzi alle parole del sindacalista che, affermando “ci sono troppi ritardi, il polo riabilitativo già dove essere realtà”, ha proposto “un cronoprogramma con scadenza reali”. La Cgil invero ha sempre tenuta alta l’attenzione sul plesso di via Calenda seguendo con attenzione le evoluzioni. “Abbiamo perso tempo a vantaggio, in alcuni momenti, della sanità privata”, spiega Sessa raccogliendo, in tema di riabilitazione, una sentire diffuso. A torto o ragione. “Fin quando ci sarà il Covid non possiamo parlare di tempi, specifica Picarone. La programmazione regionale è chiara e il destino del Da Procida è altrettanto tale. Ripartiremo veloci, appena sarà possibile. Il confronto con i sindacati, poi, ci sembra fondamentale. Pronti a sederci e a ragionare, sempre”. Ma, la riabilitazione nell’Azienda ospedaliera universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” esiste e funziona, declinata anche in diverse specializzazioni (cardiologica, ortopedica, neurologica, etc). E la dottoressa Gemma Siano, destinataria di oneri e onori, lo sa bene, lavorando ad uno Studio di fattibilità sulla Unità spinale. Ma di cosa si tratta? Parliamo di un reparto di Alta specialità avente l’obiettivo di curare e riabilitare la persona con lesione Midollare (PLM), dall’esordio della lesione fino al raggiungimento della massima autonomia possibile, compatibilmente con il livello della lesione stessa. “La persona passa per il pronto soccorso, si fa una diagnosi e si decide il percorso da seguire”, spiega la dottoressa e aggiunge: “Non possiamo dare i tempi di realizzazione: per i locali vi è un discorso, altro per le attrezzature. Ma il dopo virus non ci troverà impreparati, stiamo sviluppando uno Studio proprio su questa Unità. Ribadisco che non ci siamo mai fermati e, seppur in modo ridotto, offriamo assistenza (non agli esterni, ndr)”. Il discorso prevede ovviamente anche parallelamente il reclutamento di personale. In corso il concorso per fisioterapisti.