Il caso fonderie Pisano approda al Parlamento europeo - Le Cronache
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Il caso fonderie Pisano approda al Parlamento europeo

Il caso fonderie Pisano approda al Parlamento europeo

di Erika Noschese

Il caso Fonderie Pisano presto potrebbe approdare all’europarlamento. Ad occuparsi della vicenda che da anni si sta trascindando nella città capoluogo l’europarlamentare della Lega Lucia Vuolo che ha deciso di portare il caso all’attenzione del parlamento europeo. «Le Fonderie Pisano negli anni sono diventate il caso emblematico di un’Italia a due velocità, troppo lontana da un’Europa che vede queste esperienze una risorsa e non un problema. Ecco perché è giusto portare questa storia all’attenzione del Parlamento europeo», ha dichiarato la Vuolo che, di fatto, interviene sulla vicenda che da anni interessa i lavoratori dell’opificio salernitano, oltre che i residenti a nord del capoluogo di provincia e della Valle dell’Irno. «Da anni questa vicenda è strumentalizzata dalla vecchia politica – ha detto – non è più il momento di cavalcare il dissenso delle parti in lotta, ma è tempo di responsabilità». L’europarlamentare salernitana, infatti, sembra avere le idee chiare sullo storico opificio di via dei Greci, a Fratte: per le fonderie Pisano il tempo è ormai scaduto: «come anche confermato dalla magistratura, devono chiudere l’attuale sede e continuare l’attività lavorativa altrove – ha spiegato la militante della Lega – Da anni si parla di delocalizzazione: un tema che diventa di attualità ogni volta che alle porte c’è una campagna elettorale. Alle ultime Amministrative tenutesi a Salerno sembrava cosa fatta, ma dal 2016 a oggi le Fonderie sono ancora lì e, seppur a tratti, continuano la loro attività». Ad oggi però nulla è cambiato: da un lato continuano le proteste da parte del comitato Salute e Vita che ha dato vita ad una campagna social per dire no alle Pisano e dall’altro continua l’attività lavorativa dell’opificio, tra una serie di vicende giudiziarie, civili e penali. Da qui la decisione della Vuolo di portare il caso all’attenzione dell’Europa per poter acquisire esperienze utili affinché si possa velocizzare il processo di delocalizzazione e sostenere le ragioni di lavoratori e residenti. «La politica del passato, quella degli ultimi 40 anni che ha fondato le proprie campagne elettorali sulle Fonderie, ha portato a tutto questo – ha spiegato ancora la leghista salernitana – Il primo passo da portare avanti è trovare soluzioni che possano eliminare questo momento di stasi perenne. Sono pronta ad ascoltare lavoratori e residenti per poter dare un mio contributo. Le Fonderie devono continuare a funzionare, ma altrove e nel rispetto delle leggi. I temi di salute e vita, diritti sanciti dalla Costituzione italiana, non possono essere in contrasto tra loro». Soddisfatto per la decisione dell’europarlamentare anche il presidente del comitato Salute e Vita Lorenzo Forte: «Come comitato Salute e Vita vogliamo sottolineare che grazie alla lotta dei cittadini che – riuniti intorno al comitato – negli anni hanno finalmente costretto la politica ad accorgersi di questa grave situazione ambientale e sanitaria, di questa emergenza legata alle Pisano». Per Forte, necessario è l’intervento della politica a cui non risparmia attacchi: «E’ solo colpa della politica complice, di questi decenni, e di un imprenditore che ha pensato solo al profitto se ci troviamo in questa situazione». Forte ha ribadito la volontà di ottenere il blocco immediato dello storico opificio e che la mancata delocalizzazione è solo «colpa della politica complice e dello stesso imprenditore che non ha pensato a tutelare la vita dei lavoratori e dei cittadini».