Il Campania Blues evento Top della prima metà dell'estate salernitana - Le Cronache
Spettacolo e Cultura Musica

Il Campania Blues evento Top della prima metà dell’estate salernitana

Il Campania Blues evento Top della prima metà dell’estate salernitana

 

I palchi dell’Arena del Mare e del Parco Pinocchio di Salerno hanno ospitato i più grandi bluesman della scena nazionale e internazionale

 

Di GAETANO DEL GAISO

 

“The thrill is gone”, cantava nel 1969 Riley B. King, alias B.B. King, in una delle più celebri rivisitazioni dell’omonimo brano, composto originariamente dal duo ‘west coast blues’ Roy Hawkins e Rick Darnell nel 1951. Ebbene: il ‘brivido’ di questa scoppiettante tre giorni a suon di caustici fuzz, untuosi slide, voci possenti, nasali, graffiate e struggenti lamentazioni è, ahimè, anch’esso passato velocemente e inesorabilmente, proprio come il ‘treno merci’ di cui una giovanissima Elizabeth Cotten già cantava, presumibilmente, nel primo decennio del XX secolo, ispirandosi ai treni che passavano in prossimità della sua casa, situata in North Carolina. La prima serata di questa XIV edizione del Campania Blues Festival, ideato da Domenico Spena, ospite quest’anno del premio Charlot di Claudio Tortora, si inaugura con Tito Esposito, semifinalista dell’Italian Blues Challenge’ del 2015 e con all’attivo due album di studio e una brillante carriera da ‘uomo di blues’ (cit.) che lo ha portato a suonare nei più importanti blues club di Atlanta e della Georgia e sui palchi dei maggiori festival dedicati al genere del Sud America, in duo con il ‘barbuto’ batterista Andrea di Cintio. Dopo un breve intervento del pragmatico direttore artistico del festival, Domenico Spena, inizia la seconda parte di questa prima serata con Doyle Bramhall II, ‘mostro sacro’ della scena musicale d’oltreoceano, braccio destro di Eric Clapton da oltre dieci anni e provvisto di un passaporto musicale d’eccezione, i cui timbri portano la firma di Roger Waters, Elton John, Gregg Allman, Sheryl Crow e la Tedeschi Trucks Band, che infervora il pubblico con un rock sporco, genuino, formalmente essenziale, seppur ricercato nelle sonorità. La seconda serata del festival, invece, apre ad una agguerritissima Tito Blues Band, formazione tutta italiana di Massa Marittima, che regala agli spettatori, nel pieno rispetto degli stilemi di genere, uno spettacolo esaltante e travolgente, che sa accattivarsi le attenzioni anche degli ascoltatori più esigenti presenti tra il pubblico: i bambini. Il sound grinzoso e prorompente della Tito Blues Band lascerà poi spazio al ‘dixieland’ di Blair Crimmins and The Hookers, che disegna un percorso musicale in cui l’indole comica tipica dei ‘minstrel shows’ si commistiona a una conduzione di repertorio coerente e all’altezza delle aspettative, che diverte e ‘prende’ il pubblico, esaltato dalla bella presenza del frontman e dalla sua verve affabile, giocosa e spiritosa. La terza e ultima serata ospita il Bad Blues Quartet, formazione tutta sarda che costituisce la riprova di quanto il blues possa essere un genere trasversale, facile all’ascolto e alla comprensione anche da parte dei non addetti ai lavori, che aprirà la strada ad un eccellente Tom Attah, che non contravviene allo spirito di genere neanche nella mise: ‘total black’, come l’essenza del suo sound, puro,  incontaminato, quasi in netto contrasto con la proposta di coloro che lo avevano appena preceduto.