Iannone: A Salerno siamo in partita - Le Cronache
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Iannone: A Salerno siamo in partita

Iannone: A Salerno siamo in partita

Le prossime scadenze elettorali non consentono al senatore Antonio Iannone di trascorrere in vacanza il mese di agosto. Come presidente regionale di Fratelli d’Italia si ritrova a dover far fronte a quattro capoluoghi di provincia su cinque alle prese con il rinnovo dei sindaci e dei relativi consigli comunali, a cui si aggiungono altri 21 comuni con più di 15000 abitanti. Caserta, Benevento ma soprattutto Napoli e Salerno rappresentano delle sfide importantissime, sicuramente decisive per i nuovi equilibri del quadro politico nazionale, non certo visto di buon occhio. «Ormai è evidente che non c’è nessuna differenza tra il governo giallorosso e quello arlecchino che c’è oggi – va giù duro Iannone – i partiti che determinano sono il Pd e, a sprazzi, il Movimento Cinque Stelle. Forza Italia e Lega non toccano palla ed a questo punto non si capisce cosa stanno a fare lì». Per la tornata elettorale che ci sarà in Campania il presidente regionale di Fratelli d’Italia confida in risultati sorprendenti: «Abbiamo un fronte unito quasi dappertutto, escluso a Benevento dove Forza Italia ha preferito flirtare con Mastella. Nel resto della Campania abbiamo un centrodestra compatto dove abbiamo liste di partito ovunque. L’unità è il nostro valore e ovunque abbiamo candidati credibili: Maresca a Napoli, Sarno a Salerno, Zinzi a Caserta e De Stasio a Benevento». Inevitabile non parlare di Salerno: «Siamo in partita, il sistema De Luca è al capolinea e possiamo liberarcene andando sicuramente al ballottaggio dove i salernitani potranno finalmente scegliere di liberare questa città. Faccio un appello a tutti gli altri candidati, come la Barone e Cammarota: fate come ha già fatto l’avvocato Sarno che ha dichiarato pubblicamente che se non andrà lui al ballottaggio sosterrà il candidato che si confronterà con Enzo Napoli al secondo turno. Per i salernitani sarebbe la grande opportunità per una svolta storica». Lanciata, dunque, l’ipotesi di un fronte comune contro la gestione Napoli, diretta emanazione di Enzo De Luca. «Non può essere altrimenti, con la città di Salerno che ormai è l’ombra di se stessa. Non è stata mai così messa male, non ha un’identità. E’ evidente che il sistema De Luca sia al tramonto, con Napoli che sembra si sia ricandidato controvoglia e con una maggioranza che evidentemente è ormai spaccata ed in fibrillazione perché non c’è meritocrazia ma solo incarichi per gli amici. Per non parlare dei tanti che l’hanno abbandonata». L’attenzione di Iannone si riversa anche sugli aspetti economici e sociali in cui versa Salerno: «Sono anni che non c’è un’azienda della zona industriale che faccia assunzioni, tanti giovani laureati devono andare via. Vogliamo parlare della pulizia? Mai vista Salerno così sporca e non lo dico io ma commercianti ed albergatori che dovrebbero essere volano di sviluppo turistico. Si parla tanto di valorizzare la risorsa mare ma nulla è stato fatto. E, ciliegina sulla torta, negli ultimi anni si è avuta una recrudescenza della violenza. Basta guardare agli ultimi episodi. Il Covid non c’entra nulla, è evidente che questa città accusa il serio problema della mancanza sicurezza tra i cittadini e non solo al centro della città. Da tempo anche i quartieri periferici stanno lanciando segnali precisi di forte disagio». Iannone, guardando anche a quanto succede nel mondo, non può non soffermarsi sulla situazione in Afghanistan: «Una grave sconfitta per tutto il mondo occidentale, un errore che peserà per lungo tempo. Cosa siamo andati a fare lì vent’anni fa? Abbiamo riconsegnalo uno stato in mano a dei terroristi che in queste ore stanno facendo la lista delle dodicenni da dare in sposa ai combattenti, rappresaglie nei confronti di chi ha collaborato con gli alleati, violenza e discriminazione per tutte le donne. E mentre questo accade dove sono le femministe ora?. Questo frettoloso e totale abbandono dell’Afghanistan fosse avvenuto sotto l’amministrazione Trump ora avremmo cortei in tutte le città d’america e non solo». Ultima questione affrontata, la gestione della pandemia. «Non sono un negazionista e neanche un no vax ma mi devono dire a che cosa serve il vaccino se ci si continua ad ammalare ed a finire in ospedale. Da Conte a Draghi non mi pare sia cambiato qualcosa nella gestione dei servizi. Senza considerare poi che per il terzo anno scolastico consecutivo in piena emergenza pandemica siamo ancora impreparati a gestire la scuola. Nessun spazio nuovo, tutto affidato alla buona volontà. E’ assurdo. Il Gren Pass? Altra questione fuori luogo, siamo contrari perché si va a penalizzare, come al solito, cittadini e commercianti. Questi ultimi non possono fare i gendarmi».