“I signori della città”, il libro di Alessandro Di Nunzio e Diego Gandolfo parla di Salerno - Le Cronache
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“I signori della città”, il libro di Alessandro Di Nunzio e Diego Gandolfo parla di Salerno

“I signori della città”, il libro di Alessandro Di Nunzio e Diego Gandolfo parla di Salerno

C’è un ricco capitolo che riguarda Salerno nel libro “I signori delle città” di Alessandro di Nunzio e Diego Gandolfo. O meglio, all’interno c’è una cospicua parte che riguarda il Crescent e la Sist, la società che sta realizzando una porzione di mezza luna nella parte che fu dell’ex Jolly Hotel. «I signori delle città» edito da «Ponte alle Grazie” è la prima inchiesta completa sul potere e i segreti delle fondazioni bancarie. Ottantotto fondazioni, centinaia di città: da Milano a Palermo, da Torino a Roma, da Bologna a Napoli, passando per i piccoli centri come Lucca, Civitavecchia o Jesi e approdando anche a Salerno, in zona Santa Teresa dove si intrecciano fondazioni e istituti di credito nell’operazione immobiliare «Crescent». I due autori, rivelando al lettore il backstage del loro lavoro investigativo, indagano su un potere inaccessibile che gestisce privatamente un enorme patrimonio collettivo, tra abusi, sprechi, speculazioni e compensi da capogiro; massoneria, faccendieri e investimenti folli; gole profonde, lettere anonime e il giallo di alcune morti inquietanti. I Signori delle Città, infatti, svela per la prima volta i retroscena, i segreti e i meccanismi che si celano dietro uno dei poteri più blindati del sistema economico italiano, un sistema così potente da indirizzare per un trentennio l’agenda politica di centinaia di grandi e piccole comunità sparse in tutta Italia. Una storia italiana, dove uomini dal potere smisurato hanno fatto il bello e il cattivo tempo con soldi che non gli appartenevano e che, in molti drammatici casi, sono scomparsi nel nulla, fagocitati da crack finanziari che hanno affossato intere comunità, tagliando le gambe a settori fondamentali come quello della Cultura, della Sanità, dei Servizi sociali.