I segreti di Lucia di Lammermoor - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

I segreti di Lucia di Lammermoor

I segreti di Lucia di Lammermoor

Oggi doppio appuntamento al Teatro Verdi con Riccardo Canessa che alle 11 e alle 21 accenderà i riflettori sul capolavoro donizettiano che inaugurerà la seconda parte del cartellone del massimo cittadino

 

Di OLGA CHIEFFI

 Giornata questa di oggi interamente dedicata all’Opera Talk Show, un format creato da Riccardo Canessa per erudire il pubblico sull’opera che sarà rappresentata di lì a breve. Oggi doppio spettacolo, alle 11 e alle 21, al massimo cittadino, in cui Riccardo supportato dal  pianista Maurizio Iaccarino e dal giovane soprano Francesca Pia Vitale, cadetta dell’Accademia della Scala, rivelerà i segreti della creazione di Lucia di Lammermoor da parte di Gaetano Donizetti, andata in scena al Teatro di San Carlo il 26 settembre del 1835.  Riccardo dirà del periodo napoletano di Donizetti, e diversi aneddoti che ammalieranno il pubblico, soprattutto per come saranno raccontati. Riccardo Canessa si soffermerà in particolare sulle due grandi arie del soprano, “Regnava nel Silenzio” e la celeberrima scena della pazzia. I legami tra le due arie di Lucia vanno comunque oltre il simile trattamento temporale. La scena della pazzia comincia con una melodia affidata alla glassarmonica (o, in alternativa, al flauto) ed è già stato dimostrato come tale melodia sia una citazione trasformata di “Regnava nel silenzio”. L’utilizzo dello strumento solistico, drammaturgicamente, ha spesso una funzione ben definita: segnala l’esistenza di un preciso ‘oggetto di pensiero’ del personaggio, ovvero del fatto che, al di là dell’estrinsecazione generica dello stato d’animo, si instaura una relazione oppositiva fra la realtà presente e il pensiero (il ricordo, l’ossessione, il presagio) di una situazione, di un oggetto puro o persona, di un evento. In questo caso specifico poi il motivo è conosciuto e, dunque, possiamo determinare con certezza la “precisazione semantica”, siamo cioè in grado di stabilire quale sia “l’oggetto di pensiero” di Lucia in quel momento. Lucia, impazzisce dopo essere stata costretta dal fratello Enrico a sposare Arturo al posto dell’amato Edgardo, di famiglia rivale. Si tratta di una delle scene più struggenti dell’opera: Lucia, dopo aver accoltellato Arturo, in preda ai deliri immagina le nozze con Edgardo, accompagnando i vocalizzi del soprano con la glassarmonica, scelta appositamente dal compositore per il suo presunto impatto sulla psiche umana e per il suono estraniante che sembra provenire da un altro mondo. A causa della difficoltà nel trovare musicisti in grado di eseguire la partitura, ma in particolare di pagarli, poiché come oggi a Napoli c’era crisi, Donizetti fu costretto a sostituire lo strumento originale con il flauto. Solo nel 1941 si reinstaurò in partitura  lo strumento originale. Riccardo si soffermerà anche sul nuovo ruolo del tenore, passo decisivo da parte di Donizetti, verso l’affermazione di un canto tenorile ispirato alla virilità, nelle sue varianti e oscillazioni, da eroico a tenero; da appassionato ad elegiaco, protagonista assoluto di un finale d’opera che sembra perfino oscurare il ricordo della divina Lucia. Appuntamento con la prima dell’opera venerdì 5 ottobre, alle ore 21.