«I saldi così non servono». Dissenso dei commercianti - Le Cronache
Attualità

«I saldi così non servono». Dissenso dei commercianti

«I saldi così non servono». Dissenso dei commercianti

Non occorreva cominciare così presto e, in ogni caso, molti non hanno rispettato la data d’inizio dei saldi: così nasce il malcontento nel centro di Salerno. Tre commercianti su dieci denunciano l’inizio prematuro dei saldi, altri si sentono schiacchiati dai franchising e dagli orari dei centri commerciali, ma tutti sembrano essere d’accordo su questo: così si abitua male il cliente, che si aspetta saldi tutto l’anno. È questo il disappunto espresso da diversi commercianti operanti nel centro di Salerno, e il discorso si amplia anche ai negozi di livello medio-alto come Primus e Brancaccio. Domenico Caputo, titolare del negozio di scarpe omonimo, afferma che «molti hanno iniziato i saldi, ufficiosamente, già da un mese. Mancano i controlli: chi parte prima con gli sconti utilizza un’arma a doppio taglio, poiché non lavora bene lui e non fa lavorare neanche noi. Ma questa storia va avanti da 10 anni». Secondo Gianluigi Li Butti, «oggi la scontistica è allargata anche ai sistemi di vendita online, per creare competitività in qualsiasi momento. Sono d’accordo con l’inizio dei saldi nei primi di luglio, ma coinvolgerei di più i turisti e li assocerei ad altri eventi, informando i non residenti già al loro arrivo in città. Inoltre proporrei incentivi e scontistica tax free ai clienti extraeuropei». Vincenzo Formisano, invece, parla del suo outlet “L’Angolo” e denuncia: «Un’affluenza molto lenta, ma comunque in generale quando non ci sono i saldi è tutto fermo. Non facciamo mai orario continuato, e la sporcizia presente nell’aiuola di Piazza dei Caduti Civili o lasciata dagli extracomunitari allontana i clienti». Anche Roberta Pirro, proprietaria di No Stress, dichiara: «Poca affluenza, preferisco i saldi da metà luglio». Un inizio non soddisfacente e molto controverso, dunque, come emerge anche dalle parole di Carlo Brancaccio: «Il commercio è tutto da riformare, nessuno è immune dalla crisi, a meno che non si parli di grandi gruppi imprenditoriali. Noi abbiamo 105 anni di storia e restiamo aperti anche la domenica, ma sarebbe preferibile scegliere». E Mimì Stanzione, di “Silvana”: «Avrei preferito cominciare da lunedì: è stato un inizio molto lento, complice la partita. Non facciamo mai orario continuato, ma la domenica siamo aperti perché Salerno è una città turistica e ci sembra opportuno farlo». Scoraggiato, poi, Francesco Donatantonio di Personal Uomo: «L’offerta è molto superiore alla domanda; siamo perdenti rispetto alle grosse strutture. Spero che oggi non ci sia nessuno solo per via della partita». Secondo Katia Infante, proprietaria di “New Fancy”, «i saldi non sono proprio partiti: non è stata una giornata proficua. La vera vendita estiva non è mai cominciata, e già dobbiamo scontare i prodotti… non ha senso iniziare così presto, i saldi dovrebbero essere lasciati a nostra discrezione tutto l’anno o introdotti solo ad agosto». Anche Stefania Pezzuto, di Primus: «Bisognerebbe sfruttare questo periodo per vendere a prezzo pieno, invece ci sono già i saldi… e troppi saldi, inevitabilmente, portano al fallimento. Però sono d’accordo con le domeniche di apertura: il commercio del 2016 deve svecchiarsi». Infine Vittoria Varrazzo, di Talent, chiosa: «Alcuni colleghi imbrogliano sugli sconti, in certi casi aumentando il prezzo: io ho ideato il sistema “strappa e saldi”, che mi hanno più volte copiato, per far capire a chi consulta i cartellini che i miei sconti sono veri. E poi bisognerebbe aumentare la qualità dei capi in saldo, anziché venderne di scadenti a pochi euro». Molti di loro non concordano con le pressioni dell’Ascom per mantenere i negozi anche di domenica, e di certo non apprezzano un inizio così prematuro dei saldi. Una sconfitta in partenza.