I Menecmi e la commedia degli equivoci - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

I Menecmi e la commedia degli equivoci

I Menecmi e la commedia degli equivoci

 

«La Resistenza della Poesia» rappresenta l’opera di Plauto sui due gemelli separatisi e ritrovatisi

Stasera alle ore 21 la rappresentazione a Velia Teatro. Prima dello spettacolo un intervento del professore Roberto Mario Danese

È il prototipo della commedia degli equivoci. Dove Plauto gioca attorno all’omonimia e alla straordinaria somiglianza dei due protagonisti. «Menecmi» è la storia di due fratelli gemelli separatisi per disgrazia da bambini e ritrovatisi a distanza di anni. L’opera che l’autore latino compose verso la fine del III secolo a.C. arriva con la sua prorompente carica comica sul palco di VeliaTeatro, questa sera alle ore 21, nel quinto appuntamento con la XVIII edizione del festival di teatro antico nella sede dell’acropoli del Parco Archeologico di Elea-Velia. A portare in scena la commedia è la compagnia «La Resistenza della Poesia», con la consulenza drammaturgica di Roberto Mario Danese, direttore del Centro Internazionale di Studi Plautini dell’Università Carlo Bo di Urbino e docente di Filologia classica nello stesso ateneo, che introduce lo spettacolo con un suo breve intervento. L’incredibile corrispondenza tra i due personaggi principali genera una serie di fraintendimenti che coinvolgono la moglie e l’amante di uno dei due fratelli, nonché servi, conoscenti e parassiti. I due gemelli sono assolutamente identici, quanto basta per scatenare una sequenza di situazioni di comica confusione. Figlio di un mercante di Siracusa, Menecmo, durante un viaggio a Taranto col padre, si era smarrito ed era stato rapito da un altro mercante. Il fratello gemello, chiamato anche lui Menecmo, non smette mai di cercarlo e lo ritrova ad Epidamno, dove vive nel lusso dividendosi tra la moglie e l’amante. L’uno viene scambiato per l’altro, mentre saltano fuori segreti compromettenti, prima del riconoscimento finale. La consulenza filologica è a cura di Giorgia Bandini, le maschere sono di Andrea Cavarra. Gli interpreti sono: Michele Pagliaroni, Umberto Brunetti, Monica Bravi, Barbara Spataro, Alberto Fraccacreta, Matteo Giunta. Componenti di «La Resistenza della Poesia», associazione culturale nata dalla passione per la letteratura e la poesia di ex studenti di Lettere e Filosofia con lo scopo di sperimentare nuovi approcci alla letteratura antica e moderna, in particolare attraverso l’attività teatrale. Fronte sul quale l’associazione collabora con l’Università di Urbino e con il Centro Internazionale di Studi Plautini. «Il lavoro che svolgiamo sui testi plautini – sottolinea Alberto Fraccacreta, presidente dell’associazione “La Resistenza della Poesia” – mira a rendere fruibili questi “classici” a un pubblico contemporaneo. In particolare nel teatro comico, dove la società entra continuamente in gioco come oggetto di satira e di ironia, per essere fedeli all’autore è necessaria un’intromissione del presente: solo in questo modo i meccanismi comici e il potere eversivo della commedia possono essere rispettati e trasmessi». «L’operazione condotta da “La Resistenza della Poesia” sui testi plautini, unica nel panorama della ricerca teatrale – spiega il professore Roberto Mario Danese, direttore del Centro Internazionale di Studi Plautini – consiste nell’ibridazione delle forme della palliata romana con le maschere e le tecniche della Commedia dell’Arte, forma di teatro autoctona che mostra notevoli punti di contatto con la commedia di Plauto e con la più antica farsa atellana, tutte espressioni artistiche di quel tipico italicum acetum, quell’arguzia mordace imperniata sulla caricatura, sulla beffa e sull’equivoco, che dal teatro latino, passando per la Commedia dell’Arte, è giunto attraverso un filo diretto fino al cinema di Totò e alla commedia all’italiana».