Gli abissi dell'animo di Bungaro - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Gli abissi dell’animo di Bungaro

Gli abissi dell’animo di Bungaro

 

Successo per il cantautore brindisino che ha incontrato sul palco del premio Charlot Neri Marcorè e Noemi.

 

 

Di Gemma Criscuoli

Associare la musica al mare è quanto di più naturale e complesso possa fare un artista, soprattutto se non ha il pessimo vizio di ingigantire il proprio io fino a perdere la passione per nuove rotte. Bungaro, cantautore di raro fascino che ha vinto il Nastro d’Argento 2016 per il brano “Perfetti sconosciuti” dell’omonimo film di Paolo Genovese, ha proposto all’Arena del Mare, nell’ambito del Premio Charlot, il suo progetto “Maredentro”, ospitando l’amico Neri Marcorè. Rivisitazioni di brani ormai divenuti dei classici (l’andamento quasi sognante de “La donna riccia” di Modugno) e canzoni basate su ritmi ipnotici si sono unite a immagini di creature marine, caos cittadino e sogni inseguiti.

Cosa la seduce in “Maredentro”?

“Mi seduce Bungaro, con cui esiste un’amicizia di lungo corso, perché un artista è sempre alla ricerca di un filone, di un’ispirazione. Il vento soffia di continuo, quello che sappiamo fare è navigare e in “Maredentro” vibra certamente un’energia particolare”.

È lecito pensare al suo progetto come a un gioco con il tempo? La scrittura musicale è riattualizzata, ripensata.

“L’espressione mi piace. Sono tornato indietro in un disegno ambizioso in cui ricreare sound, scegliere una band particolare, affidarsi a una regia. L’idea è fare di questo spettacolo un modo diverso di fare un concerto. Il tour che ci aspetta in Francia e in Giappone, dopo aver toccato Paestum, l’area flegrea, Roma, mi galvanizza: del resto il mio percorso si caratterizza per un’aria giapponese, british, mediterranea. Al fianco di eccellenti polistrumentisti, rivivo il mio amore per Modugno e Joe Jackson. La musica ha il suo spazio, non cambia le sorti, ma lo spettacolo ha a che fare con la nostra terra, con quello che il Sud sa dare. Volevo mostrare cosa c’è dietro un artista o un’immagine”.

Signor Marcorè, cosa è prioritario nel suo rapporto con la musica?

“Potrei rispondere che per me è prioritaria la musica. È la mia passione, è giusto ridarle il posto che merita. Mi ha portato allo spettacolo e ho avuto grandi soddisfazioni nel lavorare con artisti come Ivano Fossati o Luca Barbarossa. Credo che in campo musicale sia in ogni caso prioritaria l’onestà, l’umiltà di salire su di un palco non come un esperto, ma come un appassionato che non ambisce ad altro che a condividere col pubblico ciò che ama”.