Giuseppe Casella, io e il Covid - Le Cronache
Attualità

Giuseppe Casella, io e il Covid

Giuseppe Casella, io e il Covid

Di Andrea Orza

 

È noto che se si vuole avere una rassicurazione sullo stato di salute post vaccino, basta fare un prelievo ematico per conoscere il livello di protezione immunitaria dal virus. Il test sierologico sembra non essere sufficiente, la conta della carica antigenica invece, è utile a fare delle valutazioni prima della somministrazione della terza dose di vaccino. Quest’ultima è predisposta per gli under 60 dal 1° dicembre 2021 su prenotazione. Oscurantismo e cattiva informazione proseguono il girotondo mediatico che impedisce al cittadino di essere parte attiva nella questione vaccinale. In questo caso solo la storia del singolo lascia un’impronta significativa sulla verità del Covid-19. Giuseppe Casella, ventisettenne salernitano, porta la testimonianza di un percorso di ripresa lungo e in salita.

 

 

 

Raccontaci la tua esperienza Covid-19.

 

“Ricordo di aver preso il Covid-19 in circostanze del tutto ordinarie. La madre della mia ragazza lamentava un raffreddore fastidioso e insolito. In poche ore, salì la febbre e dopo aver ricevuto l’ultima comunicazione stabilì che era meglio restare confinato nella mia stanza. Dopo un periodo d’attesa di 10 giorni, a mie spese ho fatto le analisi specifiche. Mi sono assicurato di lasciar passare il tempo necessario perché il virus reagisse completamente. Sebbene la mia sia una testimonianza asintomatica, la degenza è stata duratura e alienante. Gli assistenti sanitari non si sono minimamente preoccupati del mio stato di salute e solo per mia coscienza civica ho preferito rimanere a casa. Trascorrevo le giornate alle prese con notiziari scoraggianti e cercavo di prenderla con filosofia per non preoccupare la mia famiglia. La scelta dell’“auto ricovero” forzato mi porta a considerare tutt’ora il supporto sanitario scarsamente equipaggiato e tristemente poco organizzato. Inoltre, dopo la vaccinazione ancora non sono chiare le possibilità di una recidiva. Ritorna la preoccupazione, forse più forte di prima.”