Giorgio Nissim un eroe silenzioso - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Giorgio Nissim un eroe silenzioso

Giorgio Nissim un eroe silenzioso

 

Questa sera, alle ore 20, nella chiesa di Santa Apollonia, le Associazioni Daltrocanto e Aned celebreranno il Giorno della Memoria con un concerto di Piero Nissim e la proiezione di un documentario sul padre che aiutò insieme a Gino Bartali centinaia di ebrei

Di OLGA CHIEFFI

Un eroe silenzioso, Giorgio Nissim, che ha vissuto ed è morto senza che il mondo si accorgesse di quello che aveva fatto, ha lasciato ai suoi figli un diario scritto a mano in una calligrafia quasi incomprensibile che la tenacia amorosa della moglie lentamente è riuscita a riversare su fogli dattiloscritti. Lui aveva già lasciato il mondo, quando è stata rivelata la sua storia. Perché è dalla scoperta di quel testo rimasto per tanto tempo chiuso in un cassetto che è cominciata la rinascita di Giorgio Nissim, l’ uomo che ha salvato centinaia di ebrei toscani tra il ‘ 42 e il ‘ 45, trovando rifugi, documenti falsi, vie di fuga, complicità. Rischiando la vita non solo per aiutare gli altri ma ancora di più, ebreo lui stesso, per non aver pensato a mettersi al sicuro e anzi esponendosi al pericolo, sfidando ogni giorno la sorte. Una storia che il ragionier Nissim, una volta finita la guerra, ha tenuto sepolta dentro di sé, come se quella parte della vita fosse finita, archiviata, superata per sempre, con tutto il dolore che si portava addosso. Solo con la moglie Myriam Plotkin, che aveva condiviso fin dagli inizi l’ attività clandestina, si lasciava andare ai ricordi. Qualche volta raccontavano episodi del passato ai loro tre figli Lydia, Piero e Simona ma è stato solo dopo la morte di Giorgio nel 1993 che Myriam si è decisa a tirare fuori dal cassetto quei diari scritti di getto dal marito nel 1960. Pisano, nato nel 1908, Nissim partecipò fino dalla costituzione a un’ organizzazione di assistenza agli ebrei perseguitati, la Delasem. Seguiva – come poteva – gli itinerari degli arrestati a Pisa, per la maggior parte studenti universitari, imprigionati in vari campi profughi. Organizzò un’ attività specifica per proteggere i bambini con una raccolta di fondi e un archivio anagrafico che teneva in casa. Oggi la chiameremmo adozione a distanza: i piccoli internati erano suddivisi in gruppi di circa dieci e affidati ai comitati femminili della Delasem delle varie città italiane che dovevano trovare un “patrono” che s’ impegnava ad aiutarli anche psicologicamente inviando lettere e messaggi. Viaggiava anche molto attraverso la Toscana e l’ Italia, la sua strada incrociò spesso quella di Gino Bartali che con la scusa degli allenamenti portava in giro documenti contraffatti nascosti nella canna della bicicletta destinati agli ebrei rifugiati nelle parrocchie del senese. A Firenze collaborò col rabbino Nathan Cassuto e quando fu decapitato il vertice dell’ organizzazione continuò da solo. Sotto falso nome cercò nuovi punti di appoggio in provincia di Lucca, all’ abbazia di Farneta e con i sacerdoti oblati Arturo Paoli, Guido Staderini, Sirio Niccolai e Renzo Tambellini. Una rete di contatti, di staffette, di tipografie clandestine, di preti e laici coraggiosi che offrivano cibo e nascondigli. Nissim si travestiva, usava parrucche per cambiare aspetto ed età, rastrellava soldi da chiunque li potesse dare, era “infaticabile nel raggirare i nazisti” raccontano i pochi testimoni ancora in vita. Sarà lui questa sera, alle ore 20, il suo esempio di uomo “Giusto fra le nazioni” ad indicare la via nel decennale del Giorno della Memoria di Studio Apollonia, ove l’Associazione Daltrocanto e l’ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi nazisti), hanno invitato il figlio chitarrista, Piero Nissim il quale  proporrà la sua musica yiddish del repertorio ashkenazita, canti sefarditi, canti ebraici e della Memoria in un percorso culturale e musicale sulla grande tradizione degli ebrei d’Europa, in una serata dal titolo “Ricordare cantando”. “Dona dona”, resa celebre in versione inglese da Joan Baez, “Tum Balalaika”, “Der Rebbe Elymelech” e tanti altri canti noti o meno noti, compresa la versione originale di “Had Gadià”, che Angelo Branduardi rielaborò nella sua famosa “Fiera dell’Est” saranno riproposti in una inusuale versione (con traduzioni cantate o recitate anche in italiano) che permetterà al pubblico non solo di “specialisti” di comprendere e apprezzare anche la bellezza dei testi. In occasione degli eventi legati al Giorno della Memoria, il concerto si arricchirà anche di altri brani legati a questo tema che Piero Nissim ha scritto o rielaborato per l’occasione. E’ il caso del canto di “Giorgio e Gino”, dedicato alle figure di suo padre Giorgio Nissim e di Gino Bartali, entrambi attivi nelle organizzazioni clandestine della Toscana che proteggevano i perseguitati dal nazifascismo. O come la poesia di Primo Levi “Se questo è un uomo” che l’artista pisano ripropone, sua la musica, in una toccante versione cantata. La serata che vedrà interventi di Antonio Giordano, presidente dell’Associazione Daltrocanto, Erminia Pellecchia, giornalista, Alfonso Conte, docente di Storia Contemporanea Università degli Studi di Salerno, prevede che prevede anche la proiezione del documentario “Giorgio Nissim. Un eroe semplice”, realizzato dalla giornalista Rai Vera Paggi e trasmesso il 26 gennaio 2008 nel Tg3 Agenda del Mondo: un ricordo – attraverso interviste a parenti e sodali della Resistenza – del padre di Piero, Giorgio, che tra il 1943 e il 1944 fu il principale animatore in Toscana della rete clandestina di assistenza agli ebrei Delasem e con la sua azione salvò almeno 800 ebrei.

 

 

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