Gianpaolo Lambiase: «Salerno ha le carte in regola ma sono stati commessi errori» - Le Cronache
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Gianpaolo Lambiase: «Salerno ha le carte in regola ma sono stati commessi errori»

Gianpaolo Lambiase: «Salerno ha le carte in regola ma sono stati commessi errori»

«La trasformazione della città è innegabile ma qualche errore ora è stato compiuto». L’ex assessore provinciale Gianpaolo Lambiase scatta la fotografia della Salerno di oggi, senza trascurare il ruolo della Provincia di Salerno di cui è stato amministratore: «Se incide sul territorio serve, oppure ha ragione chi sostiene l’abolizione».
Architetto Lambiase, lei è stato assessore provinciale, come vede oggi la città di Salerno?
«E’ innegabile la trasformazione e una evoluzione in positivo della città di Salerno. Questo processo di riqualificazione urbana avviato negli anni ’90, vede senza dubbio, il sindaco Vincenzo De Luca protagonista. La volontà di raggiungere standard europei c’è. Però…»
Però?
«Si stanno realizzando o si sono realizzate delle opere che sono utilissime alla città. Parlo del Parco del Mercatello, della Lungoirno, della Stazione Marittima, della Cittadella Giudiziaria e della riqualificazione del centro storico. Ma purtroppo, a mio avviso, questo progetto si sta esaurendo a causa di errori»
Che tipo di errori?
«Innanzitutto di carattere politico. La gestione della cosa pubblica è stata sempre troppo accentrata e c’è stata sempre poca partecipazione. Questo potrebbe avere dei vantaggi in termini di governabilità ma ha anche i suoi lati negativi. Questo tipo di politica e di gestione amministrativa comporta la necessità e la preoccupazione di mantenere un consenso stabile e diffuso. Porta i componenti della maggioranza a fare scelte singole e mirate, perdendo così di vista, in taluni casi, scelte prioritarie e fondamentali per la città. Poi c’è l’aspetto urbanistico, quindi legato alle opere. E’ negativo, secondo me, promuovere uno sviluppo urbanistico esagerato della città. Un tal crescita, se è inutile come in questo caso, potrebbe compromettere ed incidere negativamente sullo sviluppo economico del territorio». Parla delle nuove costruzioni?
«Non è produttivo l’assalto degli imprenditori alle ultime aree libere. Nel settore dell’edilizia, Salerno non ha bisogno di nuove abitazioni. Parlano i dati in maniera chiara. Fosse per me sarei impegnato, invece, nel recupero del patrimonio esistente. Questa potrebbe essere una scelta giusta che da un lato riqualifica, dall’altro evita l’occupazione di ulteriori spazi sul territorio».
L’ex assessore comunale all’urbanistica Fausto Martino (intervenuto la scorsa settimana su queste colonne) rivendica con forza il piano Bohigas e contesta il cambio di rotta…
«Credo che ci siano state delle esigenze differenti. Per questo il piano probabilmente ha subito dei cambiamenti. E’ stato comunque superato, man mano, dalle cose che sono state realizzate». Che pensa della vendita di piazze ed aree comunali? Parlo di Piazza Mazzini, via Vinciprova e dell’area dell’ex cementificio?
«Credo che debbano essere lasciate libere. Sono zone importanti per il centro della città. Tra l’altro non vedo l’esigenza di costruire ulteriori case private». E un parere sulla vendita della Centrale del Latte? «La nostra posizione politica (Lambiase è un attuale esponente di Sinistra e Libertà, ndr) è chiara: siamo contro la vendita. In una città i beni pubblici vanno gestiti non venduti, soprattutto se quell’azienda è produttiva. Anzi è una delle poche municipalizzate che produce utile. Non condivido affatto questa “vendita dei gioielli di famiglia”».
Un giudizio sul Crescent e sulla piazza della libertà?
«Ecco questo è uno degli errori urbanistici compiuti in questa città. Si potevano realizzare sicuramente in maniera molto più ridotta»
Una soluzione per correggere questi errori?
«Si può partire facendo tesoro delle cose positive ma poi occorre cambiare rotta». Come, secondo lei?
«Con una visione sempre più ecologica e sostenibile. Uno sviluppo amministrativo e della città che vada oltre i confini comunali. Ecco questo è stato un altro errore: rinchiudere la città dentro i confini mentre Salerno deve assumere il vero ruolo di città capoluogo e deve essere di servizio ad un territorio più ampio non chiudersi in se stessa. Ma si può seguire la traccia già segnata di una città che mira a raggiungere livelli europei, solo che deve superare i confini territoriali e cambiare rotta su determinate scelte di carattere urbanistico».
Ma Salerno è come si dice “una città turistica”?
«Sta diventando una città turistica. Ma anche in questo caso occorre fare un salto di qualità proprio per portare i servizi a livelli europei. Prendere ad esempio quelle città dove si piantano alberi, dove c’è una mobilità sostenibile e di promuove lo sviluppo della creatività. Puntare su uno sviluppo edilizio senza limiti può solo compromettere il progetto di città».
Dopo De Luca?
«Chi lo sa. Nessuno può dire cosa succederà».