Giannattasio: «Questo episodio è uno stimolo per continuare a fare» - Le Cronache
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Giannattasio: «Questo episodio è uno stimolo per continuare a fare»

Giannattasio: «Questo episodio è uno stimolo per continuare a fare»

di Carmine LANDI

MONTECORVINO ROVELLA. Non può non destare indignazione ciò che è accaduto a Gianfranco Giannattasio, 26enne coordinatore cittadino dei Giovani di Forza Italia, che nella vita fa il pasticcere e si impegna nel sociale come autista d’ambulanza e come volontario della Protezione Civile: qualche giorno fa, il ragazzo s’è ritrovato una stella a cinque punte dipinta sulla carrozzeria della propria auto.

Gianfranco, ci racconteresti che cosa è accaduto di preciso?

«La settimana scorsa, nella notte tra giovedì 12 e venerdì 13, qualcuno s’è reso protagonista di questo “attentato”: venerdì mattina, dunque, quando sono sceso di casa per recarmi al lavoro, ho trovato questa stella a cinque punte sul cofano motore della mia automobile. Mi sono recato immediatamente alla stazione dei Carabinieri di Montecorvino Rovella, sporgendo denuncia e querela di parte».

Cosa hai provato di fronte alla scena?

«Sono rimasto profondamente deluso: ho pensato a tutto ciò che faccio per il mio paese tra ambulanze e Protezione Civile. In fondo, si tratta di contesti in cui non c’è alcuna retribuzione. Ciononostante, però, quando ci si impegna, si trova sempre quella testa calda che pensa di fare gesti simili».

Un gesto dall’acre sapor di anni Settanta: che significato ha secondo te?

«Non posso fare alcuna asserzione a riguardo, dal momento che non vi è alcuna certezza sulla matrice politica del gesto: sono impegnato nel sociale e ho una pasticceria, e la militanza politica viene dopo tutto ciò. Una buona percentuale di ipotesi, però, lascia sicuramente spazio a un gesto in chiave politica, facendo chiarezza sulla sfera di riferimento: qui, infatti, non si fa politica nel senso di forte attivismo partitico, ma è fuori discussione che ci siano tante situazioni che mi vedono coinvolto in politica. Qualcuno, anche in vista delle imminenti elezioni amministrative, avrà voluto provare a scoraggiarmi».

E tu sei scoraggiato?

«Assolutamente no: Benito Mussolini diceva che “non importa che se ne parli bene o male; l’importante è che se ne parli”. Questi gesti, dunque, rappresentano per me un ulteriore stimolo per continuare a rimboccarmi le maniche».

Hai dei sospetti sull’autore del gesto?

«Diciamo che non ho sospetti e, soprattutto, che non voglio esprimermi a riguardo. Ho piena fiducia nel maresciallo, Angelo Solimene, e negli uomini dell’Arma che stanno indagando sul caso».

Come ha reagito la cittadinanza?

«Ho ricevuto tantissimi attestati di solidarietà, tanto da restare addirittura meravigliato: telefonate, messaggi su Facebook, vicinanza umana. E non mi riferisco soltanto agli amici del partito (tra gli altri, hanno espresso stima per il ragazzo anche il coordinatore di Forza Italia Salerno, Antonio Roscia, il responsabile provinciale degli enti locali, Gigi Casciello, e il coordinatore provinciale dei giovani forzisti, Giuseppe Salvatore, nda), ma a tutti i miei concittadini e perfino a uomini di altre forze politiche».

Cosa rappresenta per un giovane di 26 anni l’impegno in politica?

«La politica si fa anche con l’impegno partitico, ma non solo con esso: i tentativi tesi a coinvolgere i giovani, in tutti i paesi del mondo, vanno ben al di là della politica. La militanza, per me, vuol dire creare posti di lavoro in un paese che una volta era a capo di tutti i Picentini e che adesso, purtroppo, ha ben poco».