Gasoline, sequestri: si torna al Riesame dopo la morte di Autuori - Le Cronache
Cronaca

Gasoline, sequestri: si torna al Riesame dopo la morte di Autuori

Gasoline, sequestri: si torna al Riesame dopo la morte di Autuori

Aldo Autuori era tra quelli che attendeva la decisione dei giudici del Riesame in relazione alla questione del sequestro per equivalente delle quote. L’udienza davanti al Tribunale delle Libertù è fissata per venerdì, ma a quell’appuntamento il quarantacinquenne, assistito dall’avvocato Pierluigi Spadafora, non potrà presenziare. A due settimane dall’agguato mortale deve essere ancora fissata la data del funerale. Forse domani se oggi arriverà il definitivo via libera del Pm Paternoster dopo che il medico legale Zotti ha completato gli esami e trasmesso la relazione in Procura. Intanto venerdì toccherà ai giudici del Riesame pronunciarsi in relazione alla vicenda gasoline dopo che la Cassazione ha annullato il sequestro equivalente di 3,8 milioni di euro e le misure, a suo tempo applicate, a carico di Maurizio Galiano, di Battipaglia, Ernesto e Vincenzo Montella, di Olevano sul Tusciano, Cosimo e Carmine Iuorio, di Campagna, Romeo Fellitti, di Vietri di Potenza, e Aldo Autuori, di Pontecagnano. Gli atti, sono tornati ai giudici del tribunale del Riesame che dovranno pronunciarsi nel merito. Gli indagati che hanno fatto ricorso in Cassazione, nell’esposto lamentavano la sproporzione del sequestro equivalente disposto in fase di applicazione delle misura cautelare. A sostenere dinanzi ai giudici del terzo grado di giudizio le loro tesi sono stati gli avvocati Massimo Ancarola, Francesco Rizzo, Gaetano Pastore e Saverio Maria Accarino. L’inchiesta “Gasoline”, scattata a seguito delle indagini del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Salerno, risale allo scorso mese di luglio quando furono emesse trentuno misure cautelari dal gip Elisabetta Boccassini. Gli indagati, secondo la procura, avevano messo in piedi un’organizzazione per il contrabbando di gasolio dalla Romania. Nel registro degli indagati, infatti, compare un nutrito gruppo di cittadini romeni, che erano il gancio nel paese dell’Est per il traffico di carburante verso l’Italia. Nel corso delle indagini i finanzieri hanno accertato che il gruppo usava schede intestate a prestanome e modificava spesso gli itinerari.