Gambizzazione Cioffi, Collaboratori non attendibili - Le Cronache
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Gambizzazione Cioffi, Collaboratori non attendibili

Le dichiarazione dei collaboratori di giustizia Raffaele Del Pizzo prima e Sabino De Maio successivamente non sono state giudicate attendibili dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Salerno Ubaldo Perrotta che ha assolto per non aver commesso il fatto Giuseppe dell’Angelo, Giuseppe Giffoniello entrambi di Acerno,. Luca Sorriento e Sabino De Maio di Montecorvino Rovella. I quattro erano acccusati in concorso tra loro della gambizzazione ai danni dell’ex assessore al Bilancio del Comune di San Cipriano Picentino Massimo Cioffi. Gambizzazione avvenuta in localitù Spineta a Battipaglia il 23 marzo del 1999. Il pubblico ministero Vincenzo Montemurro al termine della requisitoria a carico dei quattro, che avevano scelto di essere giudicati con il rito dell’abbreviato, aveva chiesto l’assoluzione per il collaboratore di giustizia Sabino De Maio e la condanna a 12 anni di reclusione per gli altri tre imputati. Il Gup al termine della Camera di consiglio ha emesso sentenza di assoluzione per tutti e quattro gli indagati nel procedimento penale. Sentenza emessa, probabilmente facendo riferimento ad una disposizione della Cassazione del 2012. sezioni unite, inerente la chiamata di reità su circostanze apprese da altri, Secondo gli indirizzi della Cassazione, trattandosi di chiamata circolare e non autonoma mancano i riscontro alle accuse fatte dai collaboratori di giustizia. Va anche ricordato che lo stesso Cioffi a suo tempo aveva dichiarato che ad entrare in azione era stata una sola persona. L’ex assesore Massiomo Cioffi era fermo n auto nei pressi dell’ex albergo Spineta quando fu avvicinato da un uomo con il volto coperto che ruppe il finestrino della sua Smart e gli intimò di scendere. Lui provò a reagire e il malvivente non esitò a sparare, ferendolo alla gamba e piede sinistro per poi darsi alla fuga. A seguito di indagini la pistola calibro 7,65 con cui erano stati esplosi i colpi fu ritrovata a casa di Raffaele Del Pizzo e quando quest’ultimo ha iniziato a collaborare con la giustizia ha spiegato che a consegnargli quell’arma sarebbe stato Giuseppe Dell’Angelo, dopo averla usata per la gambizzazione, e aggiuse che mandante dell’agguato era stato Sabino De Maio. Secondo le dichiarazioni rese a suo tempo da Raffaele Del Pizzo, che portarono all’iscrizione sul registro degli indagati delle persone a processo, l’ordine di sparare a Cioffi era arrivato dal carcere e, ad impartirlo sarebbe stato appunto l’attuale collaboratore di giustizia Sabino De Maio, allora affiliato e referente del clan Pecoraro – Renna. Sabino De Maio, a seguito dell’avvio del percorso di collaborazione con la giustizia smentisce l’intera versione dei fatti fornita da Del Pizzo. De Maio ha raccontato di non aver mai impartito l’ordine di dare una lezione a Massimo Cioffi che non sapeva neppure chi fosse. L’unico ordine che il collaboratore ha affermato di aver realmente comunicato ai suoi era quello di proteggere la latitanza di Raffaele Del Pizzo. De Maio ha anche aggiunto che quanto accaduto a Cioffi lo avrebbe apprese solo successivamente dai suoi uomini. Nel collegio difensivo gli avvocati Pierluigi Spadafora, Raffaele Francese, Carmine Giovine, Fiorenzo Pierro e Danilo Laurino.