Galiziano, la chiesa della “discordia”: i residenti dicono ancora no - Le Cronache
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Galiziano, la chiesa della “discordia”: i residenti dicono ancora no

Galiziano, la chiesa della “discordia”: i residenti dicono ancora no

Matteo Maiorano

Continua a tenere banco la questione relativa all’edificazione della Chiesa all’interno del parco del Galiziano. Il nuovo progetto, del quale si fa portavoce Aniello Sessa, vedrà coinvolta un’area di 530 metri quadrati all’interno del polmone verde del quartiere di Sala Abbagnano. “Il progetto è eccessivo per quanto riguarda la parte architettonica. Dalla parte bassa del parco si vedrà un dislivello di venticinque metri”. Questo il parere di Claudio Tringari, il quale fa parte del comitato contro la realizzazione dell’area liturgica: “La nostra opinione la metteremo per iscritto e la daremo al Comune: si tratta di un’operazione parecchio invasiva. Nella zona sono presenti già quattro chiese, non vediamo tutta questa necessità di sottrarre questo piccolo spazio verde. Questa chiesa a noi non piace ed è decisamente brutta. L’edificazione è davvero massiccia in una zona già intasata di palazzi”. L’opinione di Claudio Tringari non discosta molto dal pensiero di Giovanni Lambiase: “Il progetto è rientrato rispetto al precedente all’interno del perimetro assegnato alla parrocchia per la realizzazione della chiesa. Il problema è l’ingombro di questa chiesa, ci sono altre strutture al suo interno, come l’area teatro, che arrivano fino alla recinzione di legno che raccoglie la zona dove i bambini giocano con gli scivoli. La parte bassa della struttura comprende aule che affacciano sul parco e stanno al confine senza un’adeguata distanza. Nella parte superiore sorgerà la casa del prete di 140 metri quadri. La presenza di una decina di aule non si comprende, sono spazi enormi non giustificati. L’area è stata assegnata dal Comune mediante una convenzione, ma non se ne comprende la funzionalità”. Aniello Sessa cerca invece di spostare l’attenzione sul diritto di edificazione che la Chiesa possiede all’interno del parco: ”Il progetto non è per niente impattante e risponde alle esigenze della comunità. L’errore sta nell’intendere questo “spazio verde” come pubblico ma non è così. Sono 2257 metri quadrati di proprietà della parrocchia, quindi privati. Saremo poi tutti noi ad usufruirne. La Cei avrebbe consentito alla realizzazione di una Chiesa di 800 metri quadrati (un terzo dell’intero parco) mentre adesso si andrà a costruire un’area liturgica di poco più di 500 metri quadrati proprio perché, avendo rinunciato al progetto originario che era stato comunque approvato per venire incontro alle esigenze e alle lamentele della comunità, venne ritirato e ripresentato in misura ridotta all’interno del suolo di proprietà”.