“Gaetano, salutem a figliet” Poi il colpo di pistola - Le Cronache
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“Gaetano, salutem a figliet” Poi il colpo di pistola

“Gaetano, salutem a figliet” Poi il colpo di pistola

di Pina Ferro

Vendetta di fuoco, nel tardo pomeriggio di ieri, ai danni della famiglia Siniscalchi di San Mango Piemonte. A meno di 24 ore dalla notifica dell’ordinanza di custodia cautelare a carico di Eugenio Siniscalchi,28 anni, accusati di essere, unitamente alfratello minore, il killer di Ciro D’Onofrio, i familiari dello stesso sono stati intimoriti da colpi di arma da fuoco che solo per un caso fortuito non hanno fatto registrare vittima. La “lezione” è stata posta in atto nel pomeriggio di ieri lungo la strada che da Matierno, frazione collinare di Salerno, conduce a Fratte, all’altezza del ponte dove si trova anche la sede dell’Anas. Bersaglio sono stati il padre di Eugenio Siniscalchi, Gaetano, la madre e la compagna del 28enne rinchiuso nel carcere di Fuorni. Secondo una prima ricostruzione dei fatti fornita dai tre agli uomini della Squadra Mobile di Salerno, dove è stata presentata denuncia ad entrare in azione sarebberostate due persone a bordo di un ciclomotore. I tre erano in auto e stavano percorrendo l’arteria in direzione Salerno quando avrebbero incrociato a bordo di un motorino che proveniva in direzione opposta due congiunti di Ciro D’Onofrio. La persona alla guida non appena si sarebbe accorto di aver incrociato la famiglia Siniscalchi ha immediatamente effettuato inversione di marcia per poi affiancare l’autovettura e sorpassarla. A questo punto uno dei due ha estratto una pistola ed ha esploso un colpo gridando “gaetano salutam a figliet”. Subito dopo si sarebbero allontanati. Gaetano,riprsosi dallo shock iniziale ha immediatamente allertato le forze dell’ordine presso le quali si è recato poco dopo. Agli uomini della Squadra Mobile, i tre hanno ricostruto l’esatta dinamica di quanto accaduto. Sul posto sono intervenuti anche alcuni agenti che hanno effettuato i rilievi del caso e cercato il bossolo. Al momento sull’intera vicenda vice ilmassimo riserbo. Nessun fermo è stato effettuato anche se, fino a tarda sera sono state poste in essere alcune perquisizioni domiciliari a carico dei congiunti di Ciro D’Onofrio ucciso la sera del 30 luglio del 2017 a Pastena. I tre componenti la famiglia Siniscalchi pare abbiano riconosciuti gli autori dell’agguato e riferito i loro nomi agli investigatori.

Quando la sorella di Ciro inveì contro Eugenio in un centro diagnostico

Che ad uccidere Ciro D’Onofrio fosse stato Eugenio Siniscalchi era una notizia trapelata fin dalle settimane successive all’agguato.Ma si trattava solo di ipotesi e fino all’altro ieri non vi era nessuna certezza. I familiari di D’Onofrio, mossi dalla rabbia e dal dolore avevano fin da subito preannunciato la vendetta non appena avessero appreso chi aveva premuto il grilletto contro il familiare. “Quando hanno alzato il corpo di mio fratello da terra il primo nome è stato quello di tuo figlio”. E’ la frase pronunciata dalla sorella di Ciro D’Onofrio nei confronti della madre di Eugenio Siniscalchi. Tra le due famiglie i contrasti erano molti forti e non perdevano occasione per aggredirsi anche verbalmente. In un’altra occasione, presso un laboratorio di analisi del centro cittadino, la sorella di Ciro D’Onofrio incontra nuovamente il 28enne insieme alla moglie ed al figloletto. Questa non appena vede Eugenio Siniscalchi comincia ad inveirgli contro al punto che Eugenio in evidente imbarazzo lascia il centro diagnostico.

Il figlio di Ciro voleva vendicare la morte del padre Siniscalchi nel mirino

Il livore dei familiari di Ciro D’Onofrio dovuto alla loro sicurezza circa la riconducibilità a Siniscalchi della morte dle congiuto emerge anche da un episodio captato in alcune intercettazioni quando il figlo di Ciro manifestava chiaramente la volontà di intraprendere una azione di rivalsa.