"Fratelli d'Italia dimentica che oggi c'è ancora la famiglia Falvella: mai invitati" - Le Cronache
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“Fratelli d’Italia dimentica che oggi c’è ancora la famiglia Falvella: mai invitati”

“Fratelli d’Italia dimentica che oggi c’è ancora la famiglia Falvella: mai invitati”

di Erika Noschese “

Fratelli d’Italia forse dimentica che oggi la famiglia Falvella esiste ancora. Va bene ricordare Carlo ma sono contro le strumentalizzazioni”. Parla così Marco Falvella, presidente dell’associazione internazionale Vittime del Terrorismo nonché fratello del giovane studente universitario assassinato a soli 19 anni. Ieri, la sezione locale del partito della Meloni ha ricordato il giovane Falvella, non invitando – come sempre – un esponente della famiglia. Intanto, tutto pronto per il convegno che si terrà il 7 luglio, alle 9.30 presso il Salone dei Marmi di Palazzo di Città. Alla cerimonia saranno presenti il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, il Questore Giancarlo Conticchio, il Capo di Gabinetto della Questura di Salerno Stella Fracassi, il tenente colonnello del comando provinciale dei carabinieri di Salerno Pasquale Gallo, il tenente colonnello del Comando provinciale della Guardia di Finanza Edoardo Margarita, il colonnello comandante del Reggimento Cavalleggeri guide di Salerno Luigi D’Altorio, il capitano di vascello della Capitaneria di Porto di Salerno Attilio Maria Daconto. Saranno inoltre presenti i familiari delle vittime: Giampaolo Mattei, fratello di Stefano e Virgilio della strage di Primavalle; Ciro Palladino, fratello di Iolanda assassinata a Napoli il 21 giugno 1975; Livio Miccoli, fratello di Claudio assassinato a Napoli il 6 ottobre 1978; Ciro Iozzino, fratello di Raffaele agente di PS di scorta ad Aldo Moro; Francesca Mancia, sorella di Angelo assassinato a Roma il 12 marzo 1980; Giuseppe Giacumbi, figlio del magistrato Nicola assassinato a Salerno il 16 marzo 1980; Rosaria Manzo, Presidente dell’Associazione “Strage del Rapido 904”, San Benedetto val di sambro; Maria Antonietta Iuliano, vedova di Mario De Marco “La strage di Salerno”, del 26 agosto 1982; Rosanna Mazzella Di Bosco, vedova di Salvatore Scotto di Perta. Ad attenzionare la memoria storica degli Anni di Piombo Gianni Alemanno, Andria Alfonso, Maurizio Gasparri e Tino Iannuzzi. Fratelli d’Italia ha ricordato Carlo durante un convegno. In questi anni non è mai stato presente, perché? “Io ho un rapporto di conoscenza con Giorgia Meloni che spesso mi ha aiutato nei miei congressi a Roma. Fratelli d’Italia non mi invita forse perché si saranno dimenticati, non avranno il mio numero e forse un giorno si renderanno conto che la famiglia Falvella esiste; sono scelte, non voglio sindacare e valo lo stesso discorso fatto per l’Anpi. Carlo oggi non è mio fratello ma il fratello di tutta una comunità salernitana e in virtù di questo ognuno reputa opportuno ricordarlo a suo modo. Sono contrario che i politici ricordino Carlo con una strumentalizzazione, un giovane di 19 anni, assassinato innocentemente per salvare un amico, per difendere i suoi ideali e penso sia troppo. Non lo penso io, gli altri sì ma ho grossa stima e rispetto verso i giovani di CasaPound che ogni anno tengono una cerimonia pacata, silenziosa e gli sarò sempre riconoscente per il loro modo di ricordare Carlo nonostante si tratti di un movimento un po’ fuori dalle regole”. Su Casapound c’è sempre la polemica: scioglimento sì o no? “L’estremismo lo vedo come una forma di ribellione, laddove non ci fosse questa per me chiunque va d’accordo con sé stesso e gli altri va bene; CasaPound ha segnato la storia per la destra salernitana così come Rifondazione Comunista e tanti altri gruppi di estrema destra o sinistra. Hanno un modo di concepire i loro ideali, la politica e hanno questa visione allargata, talvolta cadono in errore e vengono visti come i cattivi. Non amo parlare della politica, preferisco evitare perché in 15 anni ho conosciuto, imparato e compreso, oltre che apprezzato e disprezzato talmente tante cose che ho scritto un libro”. Come ha spiegato ai suoi figli chi era Carlo Falvella e come è morto? “Ho la fortuna di avere dei figli acculturati, soprattutto il più grande, classico intellettuale che segue le orme di mio fratello Pippo, storicamente l’intellettuale della destra salernitana. È molto difficile spiegare Carlo sotto il profilo ideologico, si spiega sotto il profilo di fratellanza, dei miei 15 anni, gli anni meravigliosi vissuti insieme che non mi hanno fatto conoscere l’adolescenza se non con i miei figli”. C’è una proposta di legge che ha presentato, di cosa si tratta? “Su quest’argomento ci vado pesante: nel 2011 abbiamo fatto una manifestazione davanti la Camera dei Deputati, mandai l’invito a partecipare a tutti i senatori e deputati di quella legislatura. Era il 29 agosto, l’unica persona presente era Walter Verini, del Pd il quale annunciò il suo sostegno. Da oltre dieci anni cerchiamo di far riconoscere le vittime di matrice politica: esiste la legge 206 del 2004, istituita per favorire le vittime di terrorismo e di mafia; all’interno di questa legge usufruiscono dei vantaggi altre associazioni quali Le Vittime della Uno Bianca così come le vittime di Ustica. Abbiamo fatto una proposta, messa nel cassetto poi l’abbiamo ripresentata e l’onorevole Tino Iannuzzi mi ha aiutato a portare avanti questa proposta di legge ma purtroppo, non essendo il firmatario diretto, ha avuto difficoltà. Ultimamente, nella legislatura in corso è stata presentata da Gigi Casciello il quale, forse essendo fresco deputato non conosce la proposta di legge e così via, ma non è andata avanti. È vero che ci sono vittime di serie A e di serie B perché le Vittime della Uno Bianca usufruiscono dei vantaggi di una legge che non dovrebbero avere ma sicuramente si è trovato qualche escamotage a livello legislativo; in Italia il terrorismo nasce da una matrice politica e a maggior ragione bisognerebbe riconoscere queste vittime. Sono 18, tre di destra e 15 di sinistra e mio fratello non è riconosciuto perché le vittime vengono classificate come se fosse il campionato di calcio. Le vittime ci chiedono aggiornamenti ma non ce ne sono, bisogna aspettare la prossima legislatura e il progetto – laddove dovesse candidarsi ed eletto – potrebbe essere portato avanti da Iannuzzi, sono convinto che si dedicherà solo a questo perché è un esperto di politica, di Camera dei Deputati”.