Francesco Boccia: “Aprire il primo giugno? Le bambine preferiscono il mare” - Le Cronache
Salerno

Francesco Boccia: “Aprire il primo giugno? Le bambine preferiscono il mare”

Francesco Boccia: “Aprire il primo giugno? Le bambine preferiscono il mare”

di Monica De Santis

Francesco Boccia, è un noto ballerino salernitano, docente e direttore artistico della scuola New Space Dance. Anche lui, come i suoi colleghi e colleghe, escludendo le due settimane di ottobre, ha dovuto chiudere la sua scuola causa Covid – 19… “Ci hanno imposto la chiusura paragonandoci alle palestre, ma noi non siamo palestre, siamo delle scuole. Era più giusto applicare per noi lo stesso regolamento delle scuole, lezioni in presenza con la metà degli allievi. Invece no. Ci hanno chiuso senza pensare ai danni che ci provocavano ed ora, dopo mesi e mesi di perdite ci dico che dal primo giugno possiamo riaprire. Assurdo”. Boccia ha il dente avvelenato, in particolar modo con il Governo Draghi e con il sottosegretario Valentina Vezzali, colpevoli di non essere interessati mai realmente del settore sportivo se non del calcio… “Dicendo che le palestre possono riaprire il primo giugno credono di averci fatto un favore. Ma noi siamo scuole di danza solitamente nel mese di giugno effettuiamo i saggi di fine anno. Quindi che senso avrebbe una nostra riapertura”. Francesco Boccia pone poi l’accento sulla mancanza di ristori. “Buona parte delle scuole di danza, sono associazioni, quindi non hanno partita iva. E per questo motivo, nel decreto ristori del Governo Draghi non siamo rientrati, perchè potevano accedere ai ristori solo le attività con partita iva. Gli unici ristori che abbiamo avuto in questi 15 mesi di pandemia sono quelli dati dal Governo Conte, inutile dire che sono stati pochi e sono serviti a pagare solo una minima parte delle spese, che purtroppo non si sono fermate come le nostre attività”. E proprio le spese che le attività hanno dovuto comunque sostenere in questi mesi sono uno dei motivi di rabbia di Boccia… “Luce, acqua, tasse, non sono state sospese, abbiamo dovuto continuare a pagare pur non incassando nulla. Senza contare il fitto dei locali. Ad inizio pandemia con il proprietario sono riuscito a trovare un accordo. Si è offerto di farmi pagare solo il 5% della somma stabilita in contratto e appena ricevuti i ristori del primo governo sono riuscito a pagare delle mensilità. Poi un nuovo blocco e di conseguenza nuovamente incassi zero. Solo che questa volta sono stati zero anche gli aiuti ed i mesi si sono accumulati. Ed ora mi ritrovo con il rischio di essere sfrattato se nel giro di qualche settimana non pago almeno la metà dei fitti. Quindi oltre al danno anche la beffa. Il danno è che potrei ritrovarmi senza la mia scuola di danza e la beffa e che ci dicono che dal primo giugno possiamo riaprire. Ma francamente quale genitore porterebbe una bambina nel mese di giugno a fare danza? Nessun genitore lo farebbe. Dopo un anno trascorso in casa e davanti ad un computer giustamente se è possibile i genitori porteranno le bambine al mare. E fanno anche bene. Quindi per ripartire realmente, noi scuole di danza dobbiamo attendere almeno fino al prossimo mese di settembre. E fino ad allora come dobbiamo andare avanti? Mi piacerebbe che il sottosgretario Valentina Vezzali, donna di sport, risponda a questo mio quesito invece di pensare agli Europei di Calcio”.