Fonderie Pisano: definito compravendita per delocalizzazione - Le Cronache
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Fonderie Pisano: definito compravendita per delocalizzazione

Fonderie Pisano: definito compravendita per delocalizzazione

Definito l’atto di compravendita di un suolo in area industriale in provincia di SALERNO per delocalizzare le Fonderie Pisano: è questa l’ultima tappa di una vicenda che riguarda lo storico stabilimento salernitano in via Dei Greci. Vi è ancora grande riserbo sul sito scelto. “Nei prossimi giorni – si legge in una nota ufficiale – la proprietà dell’azienda inoltrerà formale richiesta di incontro ai rappresentanti delle Istituzioni – Sindaco del Comune sul cui territorio insiste l’area acquisita; presidente della Regione Campania e assessori interessati per deleghe afferenti; presidente della Provincia, Sindaco di SALERNO – ed al dirigente competente del Ministero delle Attività Produttive. Diventa ora necessaria la collaborazione istituzionale – di cui, peraltro, non vi è motivo di dubitare – al fine di cogliere l’obiettivo, nel più breve tempo possibile, di salvaguardare l’attività produttiva e, naturalmente, i posti di lavoro che essa fino ad oggi ha garantito”. “L’impianto produttivo che intendiamo realizzare nell’area acquistata – spiega il presidente delle Fonderie Pisano, Mario Pisano – fornisce tutte le garanzie dal punto di vista dell’impatto ambientale con prioritario riferimento alla salvaguardia della salute della popolazione e dei cittadini residenti. Le tecnologie individuate consentono di potere affermare che ogni emissione sarà ampiamente al di sotto dei parametri indicati dalla normativa europea ed italiana vigente”. Il segretario Cgil SALERNO, Anselmo Botte, esprime soddisfazione per questo passo ma dice: “abbiamo chiesto il nome del sito dove verrebbe dislocato e ancora non ci è stato comunicato. In ogni caso, con una futura delocalizzazione, si potrebbero chiedere gli ammortizzatori sociali, cosa che oggi non si può fare e si potrebbe attivare, ad esempio, la cassa integrazione straordinaria”. Il presidente del Comitato Salute e Vita, Lorenzo Forte che da anni si batte per la delocalizzazione dello stabilimento, invece, rimarca che: “fino a quando non ci sarà una situazione certa e definita, per noi si tratta di promesse da marinaio. La famiglia Pisano dice che andrà via dal 2006 ma questa delocalizzazione ancora non è avvenuta. A seguito dei loro comportamenti, dunque, la situazione ci lascia indifferenti. Per ora noi aspettiamo il 6 settembre quando si terrà l’udienza del riesame. Auspichiamo la conferma di tutto l’impianto accusatorio e il sequestro dell’impianto”.