Fonderie, i comitati nuovamente all'attacco - Le Cronache
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Fonderie, i comitati nuovamente all’attacco

Fonderie, i comitati nuovamente all’attacco

di Brigida Vicinanza

“Nel 2017 siamo ancora qui a parlare di emissioni e di inquinamento dovuto alle fonderie Pisano”. La riapertura dell’opificio di Fratte dopo la decisione del Riesame porta con sé nuove polemiche, proteste e denunce. Come un circolo vizioso dove si ritorna sempre al punto di partenza, e i comitati cittadini che ora scendono nuovamente in campo. Pronto un nuovo esposto da parte del Comitato salute e vita e del Presidio permanente e una denuncia alla Regione Campania. Carte alla mano questa volta sotto la lente di ingrandimento è la documentazione relativa all’Aia e alla Via presentata dalla proprietà dello stabilimento di via Dei Greci. «Le documentazioni presentate dai Pisano per il ricorso sono alterate e dicono esattamente l’opposto di ciò che realmente è, se dalla Regione arriverà l’ok all’autorizzazione Via i tecnici regionali saranno i responsabili di un vero e proprio reato». Ieri mattina i due comitati sono scesi in campo insieme e hanno presentato in una conferenza stampa gli atti pervenuti all’ufficio di settore della Regione Campania in vista della conferenza dei servizi che potrebbe rinnovare la Via (Valutazione di impatto ambientale)” Circa 130 pagine di una relazione redatta da “tecnici volontari”, dove vengono avanzate delle osservazioni urbanistiche, ambientali e amministrative che farebbero emergere appunto delle gravi discordanze. I comitati hanno continuato a sottolineare che l’Aia doveva essere dichiarata non valida già nel 2012, in quanto nella conferenza dei servizi non venne tenuto conto del parere del Parco Urbano dell’Irno, interpellato però nuovamente quest’anno e che, proprio nella documentazione consegnata lo scorso 27 dicembre, fa emergere i problemi di natura ambientale causati dallo stabilimento. Con un’idea comune da entrambe le parti: «Se ci fosse stato questo parere già nel 2012 ci saremmo risparmiati cinque anni di sofferenze, cinque anni di vittime e di malattie e soprattutto di disagi ambientali» ha rimarcato il presidente Lorenzo Forte. Ma dalla relazione insomma emergono tantissimi punti che potrebbero destare “sospetto” e i comitati puntano il dito contro i tecnici dei Pisano, colpevoli di aver fatto delle semplici valutazioni di previsione, come se quello stabilimento non fosse già esistente nella zona «I tecnici incaricati hanno fatto delle valutazioni previsionali, cosa che non è consentita per legge in quanto l’impianto delle Fonderie Pisano è già esistente dal 1960 lì e non in fase di costruzione» – ha sottolineato Salvatore Milione. Insomma, pare proprio che le valutazioni non rispecchino la realtà e non tengano nemmeno conto dei processi, della magistratura e dei vari catenacci messi ai cancelli delle Pisano per poi essere tolti. «Queste loro previsioni possono essere definite semplicemente cartastraccia, perché non rispecchiano i dati oggettivi riscontrati dall’Arpac e dagli ultimi rilievi effettuati dall’Arpac, ma non quella di Salerno che è complice a questo punto», ha evidenziato Milione. Ma non solo, i tecnici volontari dei comitati avrebbero riscontrato anche altre incongruenze nelle relazioni dei Pisano soprattutto per quanto riguarda la parte delle “vasche di raccolta di prima pioggia” che non rispecchierebbero di temini di legge per grandezza, di conseguenza tutta l’acqua raccolta va direttamente a confluire nel fiume Irno non “filtrata”. “Nello studio di impatto ambientale poi non tengono conto degli sforamenti di Pm 10 e Pm 2,5 rilevati nel 2015, non tengono dello studio del 2014 e nemmeno dei dati dell’Isde, insomma davvero carta straccia per quanto ci riguarda”. Continua poi il pugno duro contro le istituzioni “complici di questo scempio” come spesso ribadito dai comitati e soprattutto contro il Comune di Salerno che “non ha mai emesso un’ordinanza di chiusura di proprio pugno, minando la salute dei cittadini”, sottolinea Lorenzo Forte. E proprio sugli interventi strutturali, il Comune di Salerno avrebbe anche dichiarato inammissibili i progetti, in quanto era stato effettuato un cambio di destinazione d’uso. Ora i comitati sono pronti a scendere nuovamente in piazza con due appuntamenti. Un’assemblea del 28 gennaio con i residenti e altre associazioni per organizzare anche il corteo del 25 febbraio e una messa in memoria delle vittime con l’arcivescovo di Salerno Luigi Moretti, che sarà probabilmente celebrata il 4 febbraio.