Fonderie, archiviata l’indagine sulle cartelle cliniche: nessun nesso con le morti dell’Irno - Le Cronache
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Fonderie, archiviata l’indagine sulle cartelle cliniche: nessun nesso con le morti dell’Irno

Fonderie, archiviata l’indagine sulle cartelle cliniche: nessun nesso con le morti dell’Irno

Brigida Vicinanza

Nessun nesso tra le morti della Valle dell’Irno e lo stabilimento di via De’ Greci a Fratte, le Fonderie Pisano. Archiviata l’indagine sulle cartelle cliniche delle persone decedute nei pressi dell’opificio, dopo le denunce da parte dei comitati a tutela della salute e dell’ambiente. Il pm Roberto Penna, si è affidato infatti a degli esperti di oncologia come consulenti per le indagini avviate, dove i 5 indagati erano i proprietari delle Fonderie Pisano. Il dottor Gerardo Botti, direttore di dipartimento del Pascale di Napoli insieme a due stretti collaboratori dell’azienda ospedaliera Moscati di Avellino, Luisa Barzelloni e Giuseppe Santabarbara medici oncologi. Hanno visionato infatti l’elenco presentato dal Comitato Salute e vita che comprendeva 215 persone tra cui molti deceduti e qualcuno in vita con delle malattie legate alle emissioni di fumi e polveri come asserito dai componenti delle associazioni, ma dopo aver controllato dettagliatamente le cartelle cliniche dei casi presentati, il pm Penna ne ha prese in considerazione soltanto 35. Ovvero, quei casi interessanti le alte e basse vie respiratorie: dal naso ai polmoni. Tramite alcuni controlli dei militari dei Nas poi, sono state effettuate anche verifiche per capire se all’interno della fabbrica c’erano stati casi di operai deceduti per cancro ai polmoni o almeno per malattie che potevano essere collegate proprio all’emissioni di polveri e fumi. E in circa 60 anni di attività le morti degli operai per tumore ai polmoni sono state soltanto 8. Sono stati esaminati alla fine circa 41 casi di morte, previa però “audizione” da parte dei pm dei familiari delle “vittime”, per conoscere proprio le abitudini di vita di quest’ultime. Da questi “colloqui” infatti molti (ben 30) sono risultati accaniti fumatori e con abitudini di vita non proprio corrette. Anche i dati prodotti dall’Arpac sono stati esaminati ai fini delle indagini. Ma per i consulenti e i pm non è stato possibile trovare una correlazione tra le emissioni delle Fonderie e le malattie, ma anzi, la causa principale pare essere proprio il fumo di sigaretta e in minima parte lo smog in generale. Dunque Mario, Guido, Ciro, Renato e Ugo Pisano sono stati prosciolti da ogni accusa.