Feudi via dal Verdi. Ristorante al Crescent - Le Cronache
Primo piano

Feudi via dal Verdi. Ristorante al Crescent

Il ristorante Feudi non sorgerà più alle spalle del teatro Verdi. Tra il vincolo (che c’è), le proteste delle associazioni (Italia Nostra) e dei comitati e gruppi (figli delle chiancarelle) e dell’opposizione consiliare, e probabilmente in vista di una nuova bocciatura che poteva arrivare dalla Soprintendenza (dopo anche il no ai box di Piazza Cavour), l’azienda che gestisce il noto ristorante Marennà, ha deciso di lasciar perdere. Ma, a quanto pare, solo la location. Il ristorante “stellato” Feudi di San Gregorio pare che si sposti poco più in là. Le trattative sarebbero in corso con la Crescent srl. Dunque, il ristorante (che ha i loghi targati Vignelli – quello della S di Salerno) potrebbe trovare la sua nuova location salernitana proprio nella mezza luna di Bofill, escludendo così la realizzazione di una nuova struttura immaginata al posto della aiuola che sorge alle spalle del Massimo cittadino. Secondo un primo progetto pare si immaginasse una struttura in vetro per la parte sovrastante ed il resto un locale (su due piani) completamente interrato. Un progetto che non solo aveva incassato il via libera della commissione consiliare competente ma anche del consiglio comunale con tanto di astensione dell’allora capogruppo Pdl Anna Ferrazzano e dell’assessore provinciale (centrodestra) Pietro Stasi e con il sì del consigliere comunale Pdl Giuseppe Zitarosa. 
Ma, nonostante ciò, a quanto pare Feudi ci sarà ma non più lì. Insomma l’allarme lanciato da Italia Nostra e figli delle chiancarelle alla fine sarebbe stato raccolto e recepito in particolare dalla stessa dirigenza della società che si occupa di vini e ristorazione. Con una recente nota alla Soprintendenza, Italia Nostra (attraverso Raffaella Di Leo) e i figli delle chiancarelle (con Carla Cioffi) chiedevano appunto: “di valutare l’evidente incompatibilità delle opere da realizzare con le esigenze di conservazione della Villa Comunale e del teatro Comunale”. Quindi – scrivevano – di “negare l’autorizzazione”. Ma, se confermata la stessa volontà della proprietà dei Feudi di San Gregorio, l’autorizzazione non servirà più. E quell’area resterà così come è. Salvo nuove idee e proposte.