Ferrante? «Un artigiano dedito alla famiglia e al lavoro» - Le Cronache
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Ferrante? «Un artigiano dedito alla famiglia e al lavoro»

Ferrante? «Un artigiano dedito alla famiglia e al lavoro»

VIETRI SUL MARE. Sposato, padre di tre figli minorenni, nessuno penserebbe a carmine Ferrante come un assassino. «E’ un uomo dedito al lavoro e alla famiglia e senza precedenti penali, appartente ad una famiglia di lavoratori e perbene», afferma l’avvocato Bernardina Russo, legale del 36enne fabbro di Dragonea. Una vita normale quella di Ferrante, basata sul lavoro nell’piccola azienda artigionale di famiglia alla quale collaborano anche altri familiari. Noto a Vietri sul mare e Cava de’ Tirreni, perché interviene spesso in abitazioni ed esercizi comemrciali o in zioanende ogni qualvolta necessitano di lavori in ferro ma anche in muratore. Insomma una vita come quelle di tanti piccoli artigiani o operai, senza particolari sussulti né problemi con le forze dell’ordine. In verità, un problema ci sarebbe stato stato e di quelli che in questi casi hanno un peso determinante almeno in fase investigativa e cioè una segnalazione per aver dato fastidio ad una prositituta. Un evento che certamente gioca a suo sfavore. Di mezzo poi ci sono il ritrovamento delle munizioni e delle pistole, certamente impensabili nelel mani di un artigiano, specie se abbinate ad un giubbotto antiproiettile la cui utilità anche difensiva è difficile immaginare per un fabbro. E’ chiaro, quindi, che le indagini, al di là del coinvolgimento di Ferrante nell’omicidio dovramnno proseguire per accertare eventuali rapporti con la criminalità della zona di Dragonea, di particolare interesse investigativo per gli inquirenti sia vietresi sia di Salerno. Non si sa, quindi, se il 36enne fabbro sia stato solo un cliente della prostituta uccisa e sia incappato per coincidenza nelle videocamere ma certamente dovrà spiegare quel possesso di armi e munizioni che tracciano un quadro non chiaro di Ferrante. Se bisogna andar cauto in vicende similari, l’andare a prostitute non è di per sé indicativo di un assasinio (si ricordi la vicenda di Santina Rizzo, per il quale fu condannato un innocente falegname di Cava de’ Tirreni) ma certamente, il trovarsi sul luogo giusto al momento sbagliato costituisce un’ipoetsi da chiarire, stante anche il riconoscimento delel due prostitute. Certamente da chiarire è il possesso delle armi e delle munizioni che mal si conciliano anche con una passione per il possesso di questi oggetti che è diffuso: sono troppe e poi c’è quel giubbotto antiproiettile che solitamente non è nemmeno oggetto di collezione. Sull’intera vicenda sono in corso diverse indagini che potrebbero riservare anche interessanti sviluppi investigativi nelle prossime ore.