Fausto Morrone denuncia: «Fiengo? Solo l’ultima della lista. Qui tutte imprese con problemi» - Le Cronache
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Fausto Morrone denuncia: «Fiengo? Solo l’ultima della lista. Qui tutte imprese con problemi»

Fausto Morrone denuncia: «Fiengo? Solo l’ultima della lista. Qui tutte imprese con problemi»

di Andrea Pellegrino

«Registro una grande inquietudine ad Ercolano quando si parla della Fiengo». Fausto Morrone, già consigliere comunale di Salerno ed ex segretario provinciale della Cgil segue da anni le imprese e le relative vicissitudini delle opere pubbliche a Salerno. «Non capisco come mai – dice Morrone – tutte le imprese che hanno problemi, anche di colpite da interdittive antimafia, riescono ad arrivare a Salerno. Direttamente, nel corso degli anni ho segnalato tutto questo ai magistrati». La visita di De Luca ad Ercolano Quanto alla Fiengo, l'impresa finita al centro dell'inchiesta sulla variante in corso d'opera ai lavori di Piazza della Libertà, nonché in quello di polemiche ed attenzione per un "bando d'agosto" per l'aggiudica della pavimentazione, Morrone racconta: «Sono stato ad Ercolano per motivi personali e causalmente, parlando con alcuni conoscenti occasionali ho registrato una grande inquietudine, nonché ho appreso di un imprenditore costretto a lasciare il proprio comune. Apprendo che qualcosa non va». La Fiengo è l'azienda visitata da Vincenzo De Luca durante la campagna elettorale del 2010. La prima competizione per la scalata a Palazzo Santa Lucia, contro Stefano Caldoro. «L'allora sindaco – dice Morrone – oggi presidente della Regione Campania va a fare campagna elettorale in quell'azienda. I titolari di quell'azienda, dunque, fanno campagna elettorale attiva per De Luca e dopo appena due mesi si aggiudicano l'appalto. Come? Unica azienda partecipante con un ribasso inedito: ossia con lo 0,7 per cento. Onestamente non ho mai visto una cosa simile. Poi scopriamo che Fiengo non è proprio uno stinco di santo. Ed ancora chiedo ai magistrati: ma è possibile tutto ciò?». Ed ancora, denuncia Morrone, «proprio quell'impresa scopriamo che è implicata in altre vicende giudiziarie. A partire da Citarella, noto personaggio che scopriamo sia collegato a Fiengo. E' il caso, poi, dello stesso Delfino, impresa che si era aggiudicato il PalaSport che è stata poi allontanata ed il cui progetto ora scopro che è stato cancellato, buttando così a mare i soldi della collettività. Lo stesso Delfino è implicato in vicende giudiziarie insieme a Citarella e Fiengo. E alla fine arriviamo anche agli Esposito, gli imprenditori della Esa, ex costruttori di Piazza della Libertà, colpiti da interdittiva antimafia. Anche in questo caso Fiengo c'è. Poi scopriamo ancora – prosegue Morrone – che uno dei fratelli (fiengo) è finito agli arresti domiciliari per usura. Insomma non proprio rassicurante, aggravato anche dai racconti di alcuni conoscenti. Ad Ercolano nessuno mai dirà che un imprenditore è stato costretto ad andare via. Io chiedo chiarezza ancora una volta alla magistratura e non solo». Intervenga De Luca «Tutto ciò che state raccontando sul vostro giornale deve spingere – prosegue ancora Morrone – lo stesso De Luca ad intervenire per fare luce su questi episodi. Se è vero che l'ex sindaco, oggi presidente della Regione Campania, ha agito in buona fede. Così come l'amministrazione comunale deve chiarire come mai gli appalti di questa città finiscono sempre nelle mani delle stesse persone. L'ultimo, ma solo in ordine di tempo, è Fiengo». Sul caso delle primarie del Pd, Morrone mette in collegamento l'episodio di Napoli con quello di Salerno. Mettendo in evidenza soprattutto la vicenda emersa proprio dalle intercettazioni a supporto dell'inchiesta su Piazza della Libertà. Il caos primarie «Sono uscito dal Pd – dice – proprio per questi motivi. Ora sono convinto che il Pd nazionale abbia copiato il metodo Salerno e quello di Vincenzo De Luca e sono contento di aver lasciato questo partito denunciando tutto ciò che accadeva ai vertici nazionali e regionali. Se persone come Cofferati o ora come Bassolino decidono di abbandonare questo partito, un problema grosso, allora, a mio avviso c'è ed è evidente. Oggi posso dire, dopo i fatti di Napoli, che avevo ragione su tutto».