Avrebbe presentato un falso contratto di direzione di una clinica privata per esser nominato manager del Ruggi. Con questa accusa è stato rinviato a giudizio il direttore generale dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno Nicola Cantone. La nomina dell’avvocato Nicola Cantone, 48enne di Aversa,al vertice dell’Azienda ospedaliera universitaria di via San Leonardo, è stata effettuata nello scorso mese di luglio da Vincenzo De Luca. Nello specifico Cantone non avrebbe effettuato i cinque anni, requisito fondamentale, da direttore generale in una clinica privata. La problematica è stata sollevata da un “collega” di Cantone che per ben due volte ha presentato degli esposti. La notizia di un’inchiesta a carico di Cantone per il falso documento presentato e che gli ha consentito di essere inserito nell’elenco dei manager, era nota già da tempo ma la notizia non è trapelata fino all’arrivo del rinvio a giudizio a carico del manager. E, la notizia dell’inchiesta in atto non ha fermato il presidente De Luca che ha proceduto nella nomina di Cantone al vertice del Ruggi. Era il 15 dicembre del 2011 quando Nicola Cantone deposita negli uffici della Azienda Sanitaria Napoli 2 Nord (Pozzuoli) un contratto di lavoro della “Clinica Villa Fiorita Aversa Spa” nel quale viene scritto che per un quinquennio, a partire dal primo gennaio 2003 e fino al 31 dicembre 2008, avrebbe svolto la funzione di direttore della casa di cura accreditata col Sistema sanitario nazionale. Dalle indagini effettuate e come ricostruito da La Repubblica, il documento risulterà, falso. Oltre al certificato non corrispondente al vero, il candidato sarebbe incorso in un altro reato, inducendo in errore la commissione preposta alla valutazione dei curriculum e dei titoli. A seguito della presentazione del contratto di lavoro presso la clinica privata, Nicola Cantone viene inserito nell’elenco degli aspiranti direttori generali e viene ritenuto idoneo all’incarico. Nella realtà dei fatti i cinque anni di attività non ci sarebbero mai stati. Il documento datato gennaio 2003 sarebbe stato redatto in epoca successiva (non prima del 2010). Tanto che riporta una “certificazione di qualità” ottenuta dalla clinica nel 2007 con un capitale sociale conseguito solo nel 2011. Insomma, dati e conti non tornerebbero. Nel frattempo arrivano anche alcune denunce anonime. Anzi, già durante la giunta presieduta da Stefano Caldoro, l’ex manager della Napoli 2 Nord Giuseppe Ferraro avverte il presidente dell’illegittimità dell’incarico del candidato manager. Ma all’epoca Cantone non viene nominato e, quindi, il controllo sollecitato finisce nel dimenticatoio. Il tempo passa e anche il secondo elenco lo vede potenziale futuro direttore generale. Ancora una lettera, stavolta spedita a De Luca sempre da Ferraro (anche lui indagato e poi prosciolto per averlo nominato direttore amministrativo sulla scorta di quel falso contratto) mette in guardia il neopresidente sulla posizione giudiziaria di Cantone. Nel frattempo siamo arrivati al 2015, siamo in pieno periodo elettorale per il rinnovo del consiglio a Palazzo Santa Lucia. In questo periodo Cantone attraverso il senatore cosentiniano Vincenzo D’Anna si avvicina alla lista “Campania in rete” che sostiene De Luca. Dopo la sua elezione il governatore comincia ad operare nel settore della sanità campana. E, quando si occupa dell’area salernitana, pur di far posto a Cantone, che diventerà manager del Ruggì, decide di spostare Vincenzo Viggiani, (commissario fino a febbraio 2016 proprio del Ruggi), alla direzione dell’azienda universitaria del Policlinico della Federico II. Cantone ovviamente ringrazia De Luca per la nomina: pochi mesi più tardi, infatti, il manager nomina al Ruggi come primario “facente funzione” di Cardiochirurgia Enrico Coscioni, consigliere di De Luca alla sanità regionale e, al momento, coinvolto nell’indagine sul la nomina dei manager.
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