Facoltà, la Lenzi tutti i torti non ha - Le Cronache
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Facoltà, la Lenzi tutti i torti non ha

Troppo tardi. Sulla facoltà di medicina a Salerno si è perso troppo tempo, probabilmente anni. Ed ora che la Lenzi chiude, per motivi di soldi, laboratori e quant’altro vicino alla facoltà, ognuno interviene. Compreso il sindaco della città di Ippocrate, Vincenzo De Luca che solo ieri ha lanciato il suo ultimatum mentre gli allarmi da parte di professori, tecnici ed operatori sanitari erano partiti già sei mesi fa e nessuno aveva mosso un dito. Ma la lista dei politici che ora si accorgono di non avere una facoltà riconosciuta, quindi un’azienda universitaria ospedaliera è lunghissima.
Da Iannuzzi ad Andria ai consiglieri comunali, assessori, politici e tanto altro ancora. Tutti, naturalmente, contro il bersaglio più facile: il manager Elvira Lenzi. Ma davvero ha tutte queste colpe? O paga il coraggio di aver messo un punto fermo e di conseguenza smosso le acque di questa tormentata e kafkiana vicenda? Per gli ospedalieri, che in questo caso, sostengono il loro capo, è la seconda ipotesi. Per le colpe, infatti, bisogna andare indietro nel tempo, seppur anche non troppo. Bastava convocare quel tavolo istituzionale, ora voluto da De Luca, mesi fa, prima dell’estate, prima di variare tutti i vertici di aziende ed ospedali. Ed invece, si è preso tempo. Ed ora che avrebbe dovuto fare la Lenzi? Continuare a pagare, svuotando le casse (già vuote) dell’azienda, compromettere le sorti (quindi i servizi) della struttura di via San Leonardo e di altri quattro ospedali collegati. E semmai un domani finire in un giudizio della Corte dei Conti?
Perché, sostanzialmente, questo potrebbe essere lo scenario più realistico, se i fondi non giungeranno e se quindi la facoltà di medicina non verrà finalmente riconosciuta.
Il Rettore Pasquino naturalmente sta con i ragazzi del suo Ateneo. E non ha tutti i torti, seppur ora sembra più interessato a superare il giudizi del Tar (contro la nomina della Lenzi) del 20 dicembre piuttosto che mettere un punto fermo e con l’azienda risolvere il problema. Infine Caldoro che l’unica cosa che avrebbe dovuto fare è spingere di più sul governo e sulle istituzioni competenti.
Tutto il resto, ora, è caos.