Europeisti non praticanti - Le Cronache
Editoriale

Europeisti non praticanti

Europeisti non praticanti

di Andrea Pellegrino

L’Euroflop potrebbe essere ad un passo. Anche se volessimo convincerci del contrario, l’Europa è per noi Italiani ancora così lontana. Non fosse altro che dall’Unità d’Italia ad oggi ancora dobbiamo risolvere la questione nord – sud. Non fosse altro, ancora, che una cellula veneta ha chiesto perfino la scissione e che le Isole camminano completamente per fatti loro. Non sono convinto che un Sardo si senta Italiano, figuriamoci se si senta Europeo. Ma come spesso accade in Italia, alla fine siamo tutti europeisti, ma nella stessa misura in cui siamo per l’integrazione dei popoli, la solidarietà e così via. Insomma ci metteremo anche stavolta il vestito di “credenti non praticanti”. E la fotografia potrebbe emergere dal voto di stasera. Provate a chiedere ad un ragazzo, o comunque alle nuove generazioni, quali sono i compiti dell’Europa, da quali organi è composta e che può fare. Almeno prima nelle scuole una infarinatura di “educazione civica” c’era, oggi invece no. E così tanto vale – se proprio deve recarsi alle urne – di votare per scherzo, semmai a colui che ha usato spot più efficaci e semplici. Altro che politica. Anche perché, parliamoci chiaro, i candidati non è che si siano sforzati nel far comprendere ciò che vogliono e ciò che vogliono fare. L’Europa alla fine è lontana anche per gli addetti ai lavori. Qui in Italia, poi, siamo ossessionati dai numeri, ed ogni occasione è buona per mostrare i propri numeri e le proprie doti. Dal più piccolo paese alla grande città il voto Europeo – nella piccola misura che s’immagina – sarà l’ennesima prova di forza interna. Dal quartiere alla città metropolitana si conteranno i voti dei partiti che poi dovranno determinare, non la politica europea, bensì quella nazionale. Addirittura in Campania sarà nient’altro che un test per le regionali del prossimo anno. Così il centrodestra si conterà e valuterà la coalizione, ed il centrosinistra, ed in particolare il Pd vedrà quale area prevarrà per la sfida a Governatore. Un gioco retto dal meccanismo delle preferenze. In pratica: “Dimmi chi voterà in coppia e ti dirò a chi appartieni”. Ma non è una semplice esemplificazione del voto. Anche a livello nazionale Grillo non attende altro che superare il Pd per mettere in discussione il Governo e buonanotte all’Europa. Stesso discorso per la Lega che pur di ritornare alla ribalta nazionale con un ruolo chiave è venuta a pescare voti e candidati anche qui al Sud. Il Cavaliere, dal canto suo, vuole dimostrare che c’è ancora e, se al termine dello scrutinio, arriverà al 20 per cento, sarà – considerate le condizioni personali e del partito – una vittoria bella e buona da giocarsi sul tavolo nazionale. I fortunati, poi, andranno a Bruxelles, per poi trovare il momento utile per ritornare in Italia, dove alla fine, per ovvi motivi, si comanda di più. Gli Stati Uniti d’Europa, sostanzialmente, resteranno solo l’ennesima utopia, considerata l’impraticabilità della proposta, per le innumerevoli divisioni interne agli Stati, ed in primo luogo all’Italia. A Salerno ci potremmo consolare solo con le parole di Vincenzo De Luca: “Questa è una città europea”. Ma anche qui in città siamo curiosi di conoscere quante persone andranno a votare.

Articolo Successivo