Estorsione: un anno e mezzo per l’ottico Siano - Le Cronache
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Estorsione: un anno e mezzo per l’ottico Siano

Estorsione: un anno e mezzo per l’ottico Siano

Condannato l’ottico salernitano Ulderico Siano raggiunto la primavera scorsa da un’ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di estorsione. Il verdetto è stato pronunciato ieri dal Gup del tribunale di Salerno dolores Zarone che ha ratificato il patteggiamento a carico dell’esercente, assistito dagli avvocati Carmine Giovine e Michele Tedesco, che ha incassato un anno e 6 mesi di reclusione. Condannati anche Alfonso Loreto, assistito dall’avvocato Michele Sarno, che ha patteggiato un anno e 6 mesi di reclusione e Salvatore Ridosso, difeso dagli avvocati Pierluigi Spadafora e Giovanni Annunziata condannato ad un anno e 7 mesi. Si è chiusa così, con tre patteggiamenti, una vicenda che ha fatto scalpore in città per la notorietà del protagonista dell’inchiesta, il facoltoso ottico Ulderico Siano. I fatti, oggetto del procedimento giudiziario, risalgono al maggio scorso quando secondo l’impianto accusatorio formulato dalla Procura il 68enne salernitano, titolare di un accorsato esercizio commerciale a Corso Vittorio Emanuele, si sarebbe avvalso di due giovani affiliati a clan camorristici attivi nella zona di Scafati, Salvatore Ridosso, dell’ omonimo clan, ed Alfonso Loreto, figlio del collaboratore di giustizia Pasquale Loreto, per farsi restituire da un ambulante napoletano una somma di denaro prestatagli. La vittima- secondo quanto emerso dalle indagini della Dda di Salerno – sarebbe stata costretta con minacce ed intimidazioni ad accettare un piano di rientro dal debito. Diversa la linea della difesa secondo cui Siano sarebbe stato vittima di una truffa ed avrebbe quindi solo cercato di recuperare il danaro perso. La Procura aveva chiesto il carcere per il noto esercente ma il Gip gli accordò i domiciliari: il sostituto Senatore fece però ricorso davanti ai giudici del Riesame che, pur respingendo così come già aveva fatto il Gip l’accusa di usura contestata dalla Procura, disposero la custodia cautelare in carcere per l’esercente, misura confermata dalla Cassazione. Quando però i militari della guardia di finanza si presentarono a casa dell’esercente per accompagnarlo a Fuorni, questi accusò un malore e finì così nella sezione detentiva del Ruggi. La settimana scorsa, il trasferimento a Fuorni dove Siano resta tuttora in stato di detenzione. (v.dv)