Duemila euro al mese Ecco perché non mollano - Le Cronache
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Duemila euro al mese Ecco perché non mollano

Duemila euro al mese  Ecco perché non mollano

di Marta Naddei

Un motivo in più per non volere la fine anticipata della consiliatura. Ad essere precisi, si tratta di diverse decine di migliaia di motivi che in un caso, quello dei consiglieri comunali, si chiamano “compensi derivanti dalla corresponsione dei gettoni di presenza” e nell’altro, quello di sindaco, presidente del Consiglio comunale e assessori, si chiamano “compensi derivanti dalla indennità di carica di amministratore”. Insomma, alla luce dei redditi pubblicati sul sito internet del Comune di Salerno, qualcosa in più sui continui rimandi sulla questione decadenza del primo cittadino Vincenzo De Luca, sulle continue sedute delle commissioni consiliari e via discorrendo, si capisce. Non fosse altro che i compensi derivanti dalle attività amministrative compongono buona parte di numerosi stipendi di consiglieri e assessori comunali che, quest’anno, al contrario dei precendenti, sono stati obbligati per legge a comunicare e pubblicare interamente i propri redditi per evitare una sanzione pecuniaria. Oltre la metà del compenso del sindaco De Luca deriva dell’indennità di carica che ammonta a 79mila euro (su complessivi 135 mila euro), mentre per il vicensindaco Eva Avossa l’entrata di 58 mila euro è l’unica denunciata. L’indennità più bassa, tra quelle dei componenti dell’esecutivo di Palazzo di Città, è quella dell’assessore all’annona Franco Picarone, che sui 65 mila euro complessivi di reddito ne incamera 27 mila da amministratore comunale. Si ferma a 40 mila, invece, l’assessore alle politiche sociali Nino Savastano. Le indennità degli altri assessori della Giunta De Luca si attestano intorno ai 50 mila euro. Se la passano peggio, ma non certamente male, i consiglieri comunali i cui gettoni di presenza fruttano somme che vanno dai 6.600 euro dell’onniassente Nobile Viviano, ai quasi 19 mila dei vari Avagliano, Caramanno, Criscito, Galdi, Loffredo, Mazzeo, Petillo, Provenza e Ventura. Nel mezzo cifre che spaziano dai 14 mila ai 17 mila euro derivanti dalla partecipazione alla vita amministrativa del Comune di Salerno. E mentre il consigliere comunale Antonio Cammarota vanta un reddito di 155 mila euro che cammina solo sulle gambe della sua professione di avvocato, un altro esponente della nobile arte forense, Anna Ferrazzano, su un reddito complessivo di 18.175 euro, può contare su compensi derivanti da gettoni di presenza pari a 17.730. Insomma, fare il consigliere comunale a Salerno, a quanto pare, frutta più che fare l’avvocatp. E’ chiaro, forse, perché da lì nessuno se ne voglia andare.