Droga, Scacco matto a “I guaglioni di via Irno” e alle loro piazze di spaccio - Le Cronache
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Droga, Scacco matto a “I guaglioni di via Irno” e alle loro piazze di spaccio

Droga, Scacco matto a “I guaglioni di via Irno” e alle loro piazze di spaccio

di Pina Ferro

La droga veniva consegnata a casa, quasi come fosse un servizio di delivery, oppure in un luogo concordato da acquirente e venditore. E non mancavano le “offerte”, tramite sms, tipo “prendi tre, paghi due”. A mettere la parola fine alla fitta rete di spaccio sono stati i carabinieri del comando provinciale di Salerno che all’alba di ieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal giudice per le indagini preliminari di Salerno, Francesco Guerra, a carico di 23 persone, di cui 13 in carcere e 10 ai domiciliari. Gli arrestati, nell’ambito dell’operazionee denominata “Porta a porta” sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e connesso spaccio. L’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, è stata avviata agli inizi del 2018 ed è durata fino all’agosto dello scorso anno. In carcere sono finiti: Aniello Pietrofesa alias “Ciro – Sereno”, 27 anni di Salerno; Giorgio Pietrofesa alias “Militare Grande” 31 anni di Salerno; Carmine Grimaldi alias “Chicco”, 31 anni, di Salerno; Mario Grimaldi, 55 anni residente a Giffoni Sei Casali; Alessandro Pio Leone alias “o’ piccoletto”, 20 anni di Salerno; Alessandro Romanato alias “o’ Professore”, 22 anni di Salerno; Fabio Romanato, 21 anni di Salerno; Ciro Casaburi alias “occhi blu”, 22 anni di Salerno; Renato Castagno alias “Ronny”, 33 anni di Salerno; Gabriele D’Amato, 37 anni di Salerno; Eddy Paparone 23 anni di Salerno; Giovanni Errico, 47 anni residente a Nocera Superiore; Guido Errico, 23 anni residente a Nocera Superiore. Ai domiciliari sono finiti: Laura Leone, 34 anni di Salerno; Alberto Villani, 27 anni di Salerno; Vincenzo Villani 39 anni di Salerno 05.11.1982; Francesca Amendola 22 anni di Salerno; Maria Chiara Capriglione, 22 anni di Salerno; Luigi Maresca alias “Gigino” , 24 anni di Salerno; Nunzio Candela, 22 anni di Salerno; Salvatore Forte, 23 anni di Salerno; Fabio Casaburi, 23 anni di Salerno; Vincenzo Coppola 34 anni di Salerno. Dalle indagini è emersa un’organizzazione piramidale a tutti gli effetti, individuata sia dai sodali che dagli acquirenti di stupefacenti come “I Guaglioni di Via Irno” (vista la provenienza di diversi associati, nonché l’area delle basi operative utilizzate), retta da Aniello Pietrofesa, che, in occasione di più riscontri su attività tecniche, viene definito come “capo promotore” o “capo dei capi”. Le indagini hanno portato ad individuare un’organizzazione di drug delivery, con veri e propri centralinisti alternati in turni in possesso di utenze telefoniche “dedicate” (intestate fittiziamente) per ricevere le ordinazioni, disponendo di conseguenza l’appuntamento o anche la consegna a domicilio dello stupefacente. Da diverse escussioni di acquirenti è stato inoltre acclarato come “i Guaglioni di Via Irno” utilizzassero anche Sms “promozionali” per stimolare l’acquisto di droga, ovviamente con linguaggio convenzionale: un esempio su tutti, “Tutte e 3 le kose a 15 euro lento veloce per fumare”, dove “lento” sta per eroina, “veloce” per cocaina e “per fumare” fa riferimento al crack. Mezzi di comunicazione rapidi per una platea di compratori perlopiù fra i 18 ed i 30 anni, un traffico veloce fatto di dosi preparate e pronte al consumo immediato dei più giovani. Un sodalizio che vede anche una presenza femminile, con 3 arrestate impiegate, al pari degli uomini, in attività di confezionamento, spaccio e occultamento di stupefacente o denaro. Un asset criminoso che, per il precipuo modus operandi, non risulta abbia conosciuto battute d’arresto nemmeno con l’emergenza Covid. Oltre al frequente cambio di utenze telefoniche ed al linguaggio in codice, il gruppo criminale si è distinto per il possesso di un notevole parco auto e moto, integrato spesso da mezzi a noleggio a breve termine per eludere i controlli delle forze di polizia, ad ulteriore riprova dell’estrema consapevolezza delle proprie condotte antisociali. L’efficienza della struttura criminale è confermata dall’incredibile entità del giro d’affari: i vari sodali, a più riprese, riportano telefonicamente ricavi giornalieri che variano tra i 500 – 1000 euro a testa per la vendita di cocaina (detta “veloce”, “bianco” o “cd di discoteca”), di eroina (“lento”, “nero”, “scuro” o “cd d’amore”) e di crack (“per fumare” o “cotto”), con prezzo proposto solitamente di 10 euro al “pezzo” (dose). Un giro d’affari tanto corposo da portare i membri dell’organizzazione a numerosi viaggi verso Secondigliano per l’approvvigionamento dello stupefacente da smerciare nel salernitano, con un ricavato stimato di oltre un milione di euro annui. Ultimo elemento che ha, infine, caratterizzato l’organizzazione dei “Guaglioni di Via Irno” è il sistema di mutua assistenza degli associati, evidenziatosi in occasione di arresti in flagranza e delle successive vicissitudini giudiziarie: il capo, Aniello Pietrofesa, si preoccupa di fornire il legale di fiducia, nonché il denaro per pagare gli onorari di competenza, elargendo, inoltre, consigli su come comportarsi dopo essere stati presi dalle forze dell’ordine e messi a disposizione della magistratura. L’intera attività ha portato a numerosi provvedimenti durante la fase investigativa, ovvero 10 arresti in flagranza di reato per spaccio e detenzione ai fini di spaccio, 2 denunce a piede libero per il medesimo reato, 6 sanzioni amministrative ad assuntori ed il sequestro di 30 grammi di cocaina in quasi 200 “pezzi” complessivi, circa 320 grammi di eroina, 20 “pezzi” di crack e 3 pietre del medesimo stupefacente per circa 23 grammi.

 

Ad aiutare Aniello Pietrofesa al vertice dell’organizzazione vi era il fratello Giorgio il quale si occupava essenzialmente degli approvvigionamenti di stupefacenti. Giorgio Pietrofesa godeva di amicizie criminali nel territorio napoletano tramite le quali riusciva ad organizzare da solo o, in compagnia di Carmine Grimaldi, delle spedizioni a Secondigliano dove acquistava lo stupefacente che talvolta veniva custodito presso l’abitazione di Mario Grimaldi (padre di Carmine) a Giffoni Sei Casali. Giorgio Pietrofesa ha scelto espressamente di non occuparsi direttamente dell’attività di spaccio dell’attività di spaccio, di non utlizzare quasi mai il telefono per comunicazioni, di organizzare incontri rigorosamente segreti ed in posti sicuri per la cessione al fratello dello stupefacente. A questi incontri erano autorizzati a partecipare solo il fido Carmine Grimaldi e Alessandro Romanato (uomo di fiducia di Aniello Pietrofesa). Per il Gip, Aniello Pietrofesa è una persona “spregiudicata e di spiccata indole delinquenziale, tanto da continuare a perseguire gli interessi e logiche del proprio gruppo anche nonostante i numerosi arresti e sequestri effettuati dalla polizia L’area di spaccio era solitamente via Memoli, tra il fioraio Quaranta ed il bar New Stadio, poi via era l’area intorno al Bar Marconi e poi vvi erano le consegne a “domicilio”. Le indagini hanno anche evidenziato che “I guaglioni di via Irno” rifornissero periodicamente di eroina, cocaina e crack i fratelli Guido e Giovanni Errico a loro volta dediti a rifornire i gli assuntori di Nocera Superiore: in seguito ad una fornitura considerata di pessima qualità vi è stato un’interruzione dei contatti tra il gruppo salernitano e i fratelli Errico. Successivamente vi fu l’arresto di Guido Errico. Successivamente i rifornimenti riprendono con l’altro fratello.

 

“I guaglioni di via Irno” Giogio Pietrofesa e Carmine Grimaldi, in una occasione hanno fatto visita a Ciro Marigliano, zio Ciro. Boss indicato come vicino al clan D’Agostino. All’epoca della vista Ciro Marigliano (23 ottobre del 2019) era sottoposto al regime degli arresti domiciliari. La visita a Ciro Marigliano, avviene al termine di un viaggio di ritorno da Napoli dove si sono recati per un approvvigionamento. I due che erano già tenuti sotto controllo dalle forze dell’ordine lasciano l’auto in via Raffaele Mauri, nei pressi dell’abbitazione di Zio Ciro. A seguito della visita a Marigliano i due vengono intercettati in auto mentre discutono dell’incontro avvuto poco prima. Giorgio: Stava meglio? Carmine: Tutto attivo…io è la terza volta…non ci standando più…lo andai a prenders…. Giorgio: Tu come lo vedi? Io lo vedo un pò col cervello…no? Boh…no? Carmine: Sta un pò a terra per questo fatto pure…per questa ragazza…hai capito? Giorgio: lo glielo stavo dicendo…inc…glielo volevo dire… Carmine: Che deve levare mano? Giorgio: Eh…no…gli volevo dare un consiglio………..hai capito? Carmine: Spassionato… Giorgio: Eh…hai capito?.… Carmine: E’ bello, lo voglio bene…l’altra sera si inceppò come il pazzo…perchè mi contatto su whats app, quell’altro numero di telefono…io stavo stanco, lo risposi con la voce stanca…ora me l’ha detto Rita…gli ha detto: “devo capire a Chicco che cosa gli è successo, quello è un figlio per me”…inc…gli dissero i ragazzi che è impossibile…poi andai il giorno dopo e gli dissi: “no io stavo stanco”…” … ti ho sentito con quella voce, io quando ti sento così”…poi me l’ha detto il palestrato… Giorgio: Eh… ora si è messo di casa li…. Carmine: Disse lui: “N’gulo e come si inceppò con quel messaggio tuo”…infatti me lo disse perchè tieni questa voce…ma tutto a posto? Le io stavo…sai quando stai senza dormire, con quella voce rauca… Giorgio.inc…si deve risollevare… Carmine:…inc…però devo dice la verità…inc…però non se li è mai venduti…ne tiene due o tre buoni… Giorgio: Ma chi? Carmine: Ciro… Giorgio: Tiene due o tre rolex…inc…no all’epoca già li teneva….(ore 20.44.30) Carmine Grimaldi facendo riferimento ad un periodo passato, dice che si sono divertiti molto, avevano fatto una squadra di fuoco…ed imitano una persona che faceva parte di quel periodo. I due poi decidono di andare a giocare alle Slot sulla tangenziale. Carmine Grimaldi (riferendosi nuovamente a Ciro Marigliano) dice di volerlo bene e stimarlo, perchè è una persona di valori, e ragiona come loro. Giorgio: “ci vorrebbe qualcuno che sta vicino e lui deve staren (ndr poi Giorgio si interrompe e aggiunge): “hat capitol”… Pietrofesa Giorgio continua dicendo che non deve dare spazio, “perchè se da spazio diventa uno come gli altri, invece deve fare paura” Carmine: Lo voglio bene, la verità, lo stimo, perchè è una bella persona, tiene i valori veri…Gio….nel senso, la moglie di uno…come devo dirti, ci crede…per esempio….ragiona come noi.