Salerno. A distanza di due mesi circa dall’operazione che aveva portato agli arresti 18 persone, tra carcere e domiciliari, sull’inchiesta per la droga nel porto di Salerno, la Procura Antimafia nei confronti di 37 persone ritenute responsabili a vario titolo di aver inondato di cocaina l’Agro nocerino sarnese e l’area napoletana. Chiusura indagini, e prossima richiesta di rinvio a giudizio, per tutti gli indagati (di cui 18 finiti in manette tra carcere e domiciliari a settembre). Secondo quanto emerso dalle indagini delle fiamme gialle coordinate dalla procura salernitana al vertice dell’organizzazione ci sarebbe stato un capo sudamericano, cognato di Andrea Mauro, che intratteneva rapporti con i fornitori e provvedeva a impartire disposizioni agli affiliati. A lui era affidata la gestione operativa attraverso il raccordo dei vari faccendieri dediti alla ricerca di contatti all’interno del porto di Salerno o comunque in grado di pianificare le modalità per consentire l’uscita della droga dagli spazi doganali. Durante la indagini è stato accertato che l’associazione si è occupata del recupero e l’importazione di droga in diverse occasioni. La banda, è stato ricostruito dagli inquirenti, aveva messo in piedi un tentativo di importazione di quasi due chili di cocaina dal Sud America da recuperare sul territorio spagnolo. Quell’accordo saltò a causa di un autotrasportatore che non se la sentì di fare da corriere, un altro invece andò in porto con consegna della droga a Torre Annunziata Sud dietro compenso di 5mila euro per il trasporto di quasi due chili di cocaina dalla Spagna. Nel corso delle complesse investigazioni era ricostruita la cessione di 2 chili di cocaina, su impulso di due intermediari da soggetti del gruppo criminale ad uno di origini salentine (Di Napoli), dietro pagamento del corrispettivo di 69mila euro. Sul registro degli indagati e a rischio processo ci sono, tra gli altri, Giuseppe Alfano, Gabriele Battipaglia, Luigi Federico, Giovanni Esposito, Raffaele Verdezza, Alfonso Masullo, Andrea Mauro e Mario Passamano. Da quelle indagini, poi, erano nate altre inchieste che hanno coinvolto anche personaggi di altre regioni oltre alla scoperta di numerosi chili di cocaina rinvenuti in alcuni container e direttiin tutta la regione.
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