Dopo lo sbarco si indaga - Le Cronache
Cronaca Primo piano Salerno

Dopo lo sbarco si indaga

Dopo lo sbarco si indaga

Qui la chiamano nave del dolore, quella da cui vengono trasferite a terra le salme di 26 donne, recuperate in mare due giorni fa dopo il naufragio di un gommone. Tutte incredibilmente giovani, tra i 14 e i 18 anni, probabilmente nigeriane secondo le stime dei sanitari che hanno preso in consegna i corpi. Il porto di Salerno ospita l’ennesimo sbarco di migranti, ma accanto ai 375 profughi di varie nazionalità la nave militare spagnola Cantabria trasporta anche i resti di una strage di ragazze che il prefetto della città campana, Salvatore Malfi, definisce “una tragedia per l’umanità”. Salgono a 37 i cadaveri di migranti trasferiti tra ieri e oggi in Italia a bordo delle navi schierate per il contrasto agli scafisti: 1.900 le persone tratte in salvo. I dati del Viminale indicano un calo del 30% degli sbarchi quest’anno rispetto al 2016, ma negli ultimi giorni sembra esserci una ripresa dei flussi. Proprio le partenze dalla Libia, dopo il drastico calo seguito agli accordi stretti lo scorso luglio con le autorità dei principali porti usati dagli scafisti, fanno suonare un campanello d’allarme e innescano la polemica a distanza tra Laura Boldrini, presidente della Camera, e il ministro degli Interni Marco Minniti. Quest’ultimo ribadisce: “L’accoglienza ha un limite, perciò abbiamo lavorato sul governo dei flussi che nell’ultimo anno sono diminuiti del 30,13%. La strategia che abbiamo messo in campo è esattamente il contrario dell’emergenza. Sull’emergenza, valutazione di carattere politico, cresce il populismo”. Ma Boldrini attacca: “illusorio o cinico pensare che l’Europa possa risolvere il problema degli sbarchi delegandone la soluzione ai paesi nordafricani. Il flusso non si arresterà fin quando il problema non sarà risolto all’origine, creando condizioni di vita dignitose e sicure nei paesi dai quali si continua a fuggire”. Intanto la procura di Salerno avvia degli accertamenti: il pm Luca Masini dispone l’esame esterno dei corpi delle vittime e test per verificare se abbiano subito violenza sessuale. Il tutto a partire da oggi, visto che le condizioni dei cadaveri – tenuti in celle frigorifere a bordo della nave spagnola – non hanno per- messo nessun rilievo. Il professor Antonello Crisci, perito della procura, valuterà poi se eseguire o meno le autopsie, anche sulla base di ciò che racconteranno i superstiti del naufragio. Colpisce il fatto che le vittime siano tutte donne: al momento l’ipotesi prevalente è quella dell’annegamento (“Il barcone è affondato e le donne purtroppo potrebbero aver avuto la peggio, in quanto soggetti più deboli”, dice Malfi) ma gli inquirenti non vogliono lasciare zone d’ombra. Su cinque dei migranti sbarcati sono in corso indagini più approfondite. Scattata, infine, la macchina della solidarietà per assicurare alle vittime del mare almeno una degna sepoltura: le 26 donne morte in cerca di un futuro migliore saranno ospitate nei cimiteri di Salerno e altri comuni limitrofi. Per la città di Salerno questo è il primo sbarco con un cospicuo nu- mero di morti su cui cala un rispettoso silenzio da parte degli esponenti politici locali. Al porto è stato anche ricordato il direttore delle Politiche Sociali, Rosario Caliulo, scomparso nel mese di settembre e sempre presente ai precedenti sbarchi.