di Marta Naddei Ore 15: a Salerno va di scena il nuovo spettacolo della speranza. E’ a quell’ora, infatti, che al porto di Salerno ha fissato i propri ormeggi la nave anfibia della Marina Militare “San Giusto” con a bordo 1406 anime. Anime disperate, anime in fuga dalle guerre, anime ad un passo da una vita nuova. Salerno ha affrontato il terzo sbarco e lo ha fatto dispiegando una forza di 400 uomini tra carabinieri, polizia, guardia di finanza e polizia municipale. Forze dell’ordine che sono state coadiuvate anche dai volontari della Croce Rossa (oltre 50 provenienti dai vari distaccamenti), dell’Humanitas e della Protezione civile. Presenti anche due ispettori dell’Unhcr (l’agenzia dell’Onu per i rifugiati). Le operazioni di sbarco dei 1406 immigrati, recuperati a bordo dei barconi nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia, si sono protratte fino a tarda sera; quelle di identificazione – questa volta – sono state agevolate dal fatto che in 600 erano stati riconosciuti già a bordo dell’imbarcazione. Siriani, palestinesi, somali, eritrei, ma anche ghanesi, nigeriani e gambiani: hanno – a piccoli gruppi – “sfilato” sul molo del porto di Salerno dopo un estenuante viaggio per la vita. L’accoglienza. Come accaduto in occasione dello sbarco del 19 luglio, i rifugiati sono stati accolti in un capannone e lì sono stati rifocillati dopo il lungo viaggio, non prima di essere sottoposti ad apposita profilassi sanitaria. Ai piccoli profughi sono stati donati anche giocattoli e palloncini per rendere meno traumatica una esperienza già di per sé drammatica. I numeri e le destinazioni. 1406 sono state le persone sbarcate a Salerno. Tra queste circa un centinaio sono bambini: i più piccoli risultano accompagnati dai propri genitori, mentre diversi sono gli adolescenti giunti senza nucleo familiare al seguito. Circa una decina le donne gravide che hanno affrontato il drammatico viaggio dalle coste africane. Venti, invece, sono i cittadini marocchini e tunisini che sono approdati a Salerno: per loro, dopo l’identificazione, pronti i decreti d’espulsione con relativo rimpatrio. Saranno circa 80 i migranti che resteranno a Salerno e che saranno ospitati nei centri di accoglienza che hanno dato la propria disponibilità; altri 80 sono stati trasferiti a Napoli, 60 a Caserta, 65 ad Avellino e 30 a Benevento. Ma il grosso è stato smistato in strutture di altre regioni: circa 60 sono in Molise, una ventina in Basilicata, 85 in Umbria, 250 in Lombardia, 75 in Liguria 100 in Friuli, 110 in Piemonte, 60 in Abruzzo, 100 in Toscana, 150 in Veneto e circa 20 in Trentino Alto Adige. Gli scafisti. Sono stati sei gli uomini trattenuti e messi sotto torchio dagli agenti della Squadra mobile di Salerno: si tratta dei presunti “mercanti della morte”, gli scafisti mischiatisi alla folla di rifugiati nella speranza di farla franca. Presenti il prefetto Pantalone ed il neoquestore Anzalone. A seguire da vicino tutte le operazioni il prefetto Gerarda Maria Pantalone che, in merito alle polemiche degli ultimi giorni ha garantito che l’impegno di Salerno proseguirà: «Qualunque cosa ci chiederanno di fare la faremo, come prefetto garantirò e farò in modo che tutto si svolga sempre nel migliore dei modi». Prima uscita ufficiale anche per il neoquestore di Salerno, Alfredo Anzalone.
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