Docile: Remembering Esopo - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Docile: Remembering Esopo

Docile: Remembering Esopo

Oggi alle ore 21 al Centro sociale la stagione MutaversoTeatro di Vincenzo Albano, ospiterà la compagnia Menoventi

 Di OLGA CHIEFFI

La stagione Mutaverso Teatro, diretta da Vincenzo Albano, porta all’auditorium del Centro sociale di Salerno uno spettacolo che, ancora una volta, è un prima ed unica data in Campania. Stasera alle ore 21 al Centro sociale la compagnia Menoventi mette in scena “Docile”, di Gianni Farina e Consuelo Battiston, che vedremo anche sul palcoscenico, per la regia di Gianni Farina, in collaborazione con Masque Teatro – progetto interregionale di residenze artistiche 2017. Docile è un gioco a incastro, la narrazione è una linea che salta continuamente da una parte all’altra, nel tempo e nello spazio, tra il leggio che rappresenta il lavoro, infatti da lì Linda tira i numeri in una sala bingo e il tavolo dello lo studio del ginecologo dal quale va per un dolore alla pancia e salvaguardare la salute, con in mezzo gli incontri motivazionali – per volersi e quindi volere più bene. Un puzzle, che la creazione di Menoventi sfida, passo passo, a ricostruire. Quasi che l’obiettivo ultimo dell’impianto drammaturgico sia affermare efficacia e valore delle singole modalità di innesto. Il lavoro di Menoventi diventa quasi una sorta di tragico racconto universale dal sapore familiare; tanto i riflettori puntati sui due interpreti in scena, Andrea Argentieri e la stessa Battiston, riveleranno che, per l’intera durata dello spettacolo, questi fanno tacitamente circolare la favola de La gallina dalle uova d’oro di Esopo, esemplare parabola sull’insaziabilità umana. Sul palco e in platea si muove un tale di nome Dario (Argentieri): veste i panni del coordinatore di un corso di empowerment e quelli di un ginecologo. Linda Barbiani non ha vinto ricchi premi alla lotteria della nascita; la dea bendata le ha assegnato umili origini e nell’umiltà è cresciuta. I genitori le hanno lasciato in eredità un habitus maldestro e naïf, un marchio di origine che manifesta scarsa familiarità con la cultura e con il pensiero critico. Un giorno l’Ufficio di Collocamento le consiglia di frequentare un corso di empowerment  e in quel contesto incontra una persona che stimola la sua sensibilità e la sua fervida fantasia: «esprimi un desiderio». Qui comincia la storia, una fiaba dei nostri tempi in cui anche i desideri degli sfigati possono avverarsi. Per la compagnia Menoventi il tessuto della realtà e le sue infinite increspature sono materia di lavoro e luogo denso in cui agire l’attore e i suoi strumenti. -20 sono i gradi del “termometro alla rovescia” che scandisce la sua ricerca: un percorso che avanza per sottrazione, rubando al pubblico tutto ciò che possiede per sentirsi al sicuro nel buio della sala. Il lavoro della compagnia faentina, nata nel 2004 dall’incontro tra Consuelo Battiston, Gianni Farina e Alessandro Miele, si muove in questa direzione, attraversando i confini della rappresentazione, abitando radicalmente il teatro fino a traboccare fuori dalla sua cornice.