Dipendenti Amato choc: istanze bocciate da curatela e tribunale. Tutti licenziati - Le Cronache
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Dipendenti Amato choc: istanze bocciate da curatela e tribunale. Tutti licenziati

Curatela e tribunale fallimentare tarpano le ali agli ex dipendenti del pastificio Antonio Amato. Li hanno condannati al licenziamento senza possibilità di appello, probabilmente senza nemmeno prendere in considerazione la strada alternativa che gli ex operai, con il supporto fondamentale dei sindacati, avevano costruito mattone dopo mattone. Fino oltre le 22, ieri i dipendenti dell’opificio di via TiberioClaudio Felice, che nella stessa giornata, avevano consegnato le istanze con cui, di fatto, accettavano di rinunciare (andando a rivalersi sulla quota parte già maturata negli anni passati) al tfr che sarebbe maturato da qui fino alla fine dell’anno, sono stati a colloquio con il curatore fallimentare Luigi Amendola ed il consulente del lavoro, Nicola De Caro. 
Una somma, quella in questione, che, altrimenti, sarebbe dovuta essere pagata dalla curatela che ha fatto di questo il suo cavallo di battaglia per dire di no alla concessione della cassa integrazione in deroga e della mobilità volontaria agli 84 ex dipendenti (cui vanno ad aggiungersi i 26 tornati in forze al pastificio durante l’anno di fitto di Di Martino). Insomma, con la scadenza della cassa integrazione ordinaria lo scorso 16 maggio, da ieri è stata spenta l’ultima fiammella di speranza degli ex operai. Nulla da fare. Per curatela e tribunale nemmeno la soluzione alternativa ,che vedeva praticamente un sacrificio da parte degli ex dipendenti che rinunciavano a soldi che a loro spettavano di diritto pur di tornare a casa definitivamente senza un posto di lavoro, è andata bene.
Lo sconcerto e la rabbia, misti a delusione, sui volti degli ex Amato e dei sindacalisti di Flai Cgil, Mimmo Oliva e Uila Uil, Ciro Marino, è tangibile. Così come l’amarezza per essersi resi conto che di questi lavoratori e delle loro famiglie non importa quasi a nessuno, nonostante, di fatto, abbiano per anni rappresentato un pezzo di storia di Salerno.
Sicuramente, curatela e tribunale ci “guadagneranno”: con una azienda praticamente svuotata del suo personale (alla scadenza del fitto, il prossimo 30 maggio, resteranno senza lavoro anche quelli che sono stati riassorbiti dall’azienda) ci sono sicuramente maggiori possibilità che il prossimo bando del 3 giugno veda qualche acquirente interessato a prendersi il pastificio Amato. Senza il “peso” dei lavoratori e liberi di utilizzare la forza lavoro che maggiormente aggrada. Già, perché da tempo, purtroppo, gli ex Amato erano diventati solo questo: un peso per la curatela.

 

21 maggio 2013