Diagnosi sballate e cure insufficienti: nei guai i medici degli ospedali di Nocera e Vallo - Le Cronache
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Diagnosi sballate e cure insufficienti: nei guai i medici degli ospedali di Nocera e Vallo

Diagnosi sballate e cure insufficienti: nei guai i medici degli ospedali di Nocera e Vallo

Finirà in tribunale la sfortunata vicenda di un signore di Montoro, il 62enne B.I.G., che è stato vittima di una rovinosa caduta da un albero di ciliegie. Per la verità la sfortuna è stata doppia: la caduta ha avuto serie conseguenze sulla sua salute ma una grossa mano a rendere le cose più difficili sarebbe stata l’assistenza ospedaliera avuta da ben tre nosocomi della provincia di Salerno e che hanno provocato il ricorso alla magistratura per quello che, secondo l’avvocato Rosaria Vietri del Foro di Avellino e legale dell’uomo, viene definito un evidente caso di mala sanità La vicenda ha origine verso le ore 9,00 circa del mattino del 29 giugno scorso quando il 62enne cade rovinosamente da un albero di ciliegie procurandosi, almeno stando alla diagnosi del pronto soccorso dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore dove l’uomo è stato portato dopo l’intervento dei soccorsi del 118, una frattura composta alla vertebra D8, un edema polmonare ed una seria frattura facciale. Tutto ciò non ritenuto di alcuna necessità d’intervento chirurgico I familiari vengono avvertiti che comunque l’uomo può essere dimesso ma sorgono i primi dubbi tra i parenti del traumatizzato, confermati dal fatto che una volta giunti all’Umberto I vengono informati, dallo stesso medico che voleva dimetterlo, che il 62enne doveva restare in osservazione ed il 30 giugno viene anche sottoposto ad ulteriori accertamenti. I medici, pur avendo ribadito che secondo loro non necessitava di intervento, chiedono la consulenza di un noto medico chirurgo esperto maxillo facciale nel trattamento della frattura del volto che, a sua volta e dopo 10 giorni dal ricovero, dispone per il paziente il trasferimento presso l’ospedale di Roccadaspide, ritenuto più adeguato per un intervento di questa tipologia. Giunto al nuovo ospedale, senza cartella clinica ed esami diagnostici, vengono disposti per il 62enne nuovi accertamenti. Il 14 luglio l’ospedale di Roccadaspide contatta i parenti del paziente per comunicare loro che l’intervento disposto per il 16 luglio era stato sospeso ed il 62enne era stato trasferito d’urgenza presso il reparto di neurochirurgia dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania perché da una risonanza effettuata era stata riscontrata una stenosi del tratto cervicale con sofferenza grave del midollo e ben 4 fratture scomposte, dalla D8 alla D11, del tratto vertebrale e necessitava di intervento d’urgenza. All’ospedale di Vallo della Lucania, però, la situazione s’ingarbuglia a tal punto che nonostante venti giorni di degenza il paziente non solo non viene operato ma, in netto contrasto con la diagnosi che imponeva l’intervento d’urgenza per il serio rischio di diventare tetraplegico, si tenta più volte e senza spiegazioni plausibili di imporre ai familiari la dimissione del 62enne che versava in reparto senza adeguata assistenza. E nonostante le continue richieste di trasferire il paziente presso struttura sanitaria superiore, secondo l’avvocato Rosaria Vietri l’atteggiamento tenuto soprattutto dai medici del nosocomio di Vallo della Lucania, che sono anche giunti a minimizzare le condizioni del paziente, è considerato se non poco professionale pure lesivo della salute del 62enne, che rischiava di restare paralizzato, ed in netto contrasto con il giuramento d’Ippocrate. Oltre alla messa in mora inoltrata all’Asl Salerno, a finire nel mirino sono ora una dottoressa dell’ospedale di Vallo della Lucania, il responsabile del reparto di neurochirurgia dello stesso ospedale ed il direttore sanitario del medesimo nosocomio. Denuncia contestuale anche per il direttore sanitario, dell’equipe medica del reparto di neurochirurgia e chirurgia d’urgenza dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. Per tutti è contestato il reato di negligenza, omissione di soccorso, lesioni gravissime, abuso ed omissione d’atti d’ufficio.