Detenuti invalidi al carcere di Fuorni: storie di ordinaria inciviltà umana - Le Cronache
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Detenuti invalidi al carcere di Fuorni: storie di ordinaria inciviltà umana

Detenuti invalidi al carcere di Fuorni: storie di ordinaria inciviltà umana

di Erika Noschese

Nessuna dignità per i detenuti salernitani. E nessuna eccezione per le persone diversamente abili. Al carcere di Fuorni infatti sono presenti due persone con gravi problemi di salute ma per loro nessuno sconto. Non di pena, sia chiaro. Ma di trattamento. Quello stesso trattamento che dovrebbe essere riservato a tutti, nonostante la struttura. Uno dei detenuti necessita di spostarsi in sedia a rotelle e di controlli costanti ma ad oggi poco e nulla viene fatto per lui, trattato al pari di tutti gli altri detenuti nonostante sia stata avanzata più volte richiesta di trovare una sistemazione più idonea alle sue condizioni di salute. Intanto, lo scorso 20 novembre, l’onorevole Rita Bernardini, insieme ad una delegazione del partito Radicale e accompagnati da Donato Salzano e Fiorinda Mirabile e altri avvocati fra i quali il Presidente della locale Camera Penale, Michele Sarno, hanno visitato il car
cere di Salerno. In 366 posti deve farci entrare 500 detenuti, tanti erano il giorno della visita. 98 sono in attesa di primo giudizio, 52 attendono il giudizio d’appello e 27 sono ricorrenti in cassazione. I detenuti condannati definitivamente sono 242, mentre coloro che hanno un posizione mista sono 106. Gli stranieri presenti sono circa 72. Anche in merito alla questione sovraffollamento, la situazione non sembra affatto cambiata: 7 detenuti “sistemati” in letti a castello a due piani. «l’umidità si fa sentire, i materassi di gommapiuma sono bagnati perché, oltre alle perdite dalle tubature, quando piove entra l’acqua dalle finestre. Le mura delle celle sono sporche ed è usuale trovare fogli di giornale appiccicati alle pareti per coprire il sudiciume prodotto da precedenti, lontane detenzioni. Quanto al riscaldamento, il giorno della nostra visita coincideva con quello della prima prova in vista della stagione più fredda; risultato del test: termosifoni gelati… occorre evidentemente una più approfondita messa a punto considerata la vetustà delle caldaie che infatti ha richiesto nel tempo continue riparazioni», ha reso noto l’ex parlamentare. Inoltre, su 500 detenuti, solo 113 lavorano (23%) e lo fanno per poche ore al giorno e per pochi mesi all’anno perché vige la rotazione per i lavori domestici in carcere, gli unici possibili a Salerno considerato che sono state dismesse tutte le lavorazioni. Se nelle sezioni del maschile qualcuno ha la possibilità almeno di studiare (c’è l’istituto alberghiero), nella sezione femminile, che ospita 41 donne, abbiamo trovato un’atmosfera tesissima: lì la scuola proprio non c’è e solo 6 detenute svolgono lavori domestici; manca l’acqua calda da un mese e non c’è la cucina cosicché i pasti (immangiabili a detta delle detenute) arrivano (freddi e incollati) dalle cucine del maschile. La situazione, dunque, resta ancora molto drammatica, senza contare i suicidi che si sono verificati in questi mesi e le aggressioni riscontrate.