Il derby-farsa. Non ci e’ voluto molto a definire cosi’ quanto accaduto lo scorso 10 novembre all'”Arechi” fra Salernitana e Nocerina, una gara ad alto rischio per la rivalita’ fra le due tifoserie e che era stata anticipata alle 12.30. Il risultato e’ stato una pantomima durata circa 20′, con il finale gia’ scritto dagli stessi giocatori della Nocerina che, per oltre un’ora, si sono rifiutati di scendere dal proprio pullman. Un atteggiamento figlio delle minacce che gli stessi calciatori avrebbero ricevuto durante il ritiro a Mercato San Severino dai tifosi rossoneri, furiosi dopo che era stato vietato loro di andare allo stadio per assistere alla gara. Il questore di Salerno, Antonio De Iesu, era poi riuscito a convincere la Nocerina a scendere sul terreno di gioco, col fischio d’inizio slittato di una quarantina di minuti, ma li’ e’ scattata la farsa. Dopo meno di 2′ il tecnico Fusco, che era in panchina al posto dello squalificato Fontana, effettuava ben tre sostituzioni. Lo scopo era chiaro e lo e’ stato ancora di piu’ nel giro di qualche minuto appena arrivava il primo presunto infortunio, seguito immediatamente da altri cinque. Dopo 20′, l’interruzione della partita visto che la Nocerina era sotto il numero limite di calciatori per disputare l’incontro e a seguire le dimissioni da parte di tutti i dirigenti e dell’allenatore Fontana. “Io ho visto dei ragazzi piangere nel tunnel prima di entrare in campo – e’ stato il racconto di Matteo Guazzo della Salernitana – nemmeno volevano entrare in campo, e poi ci hanno riferito che erano stati minacciati dai propri tifosi che non volevano che la partita si giocasse”. I fatti dell’Arechi salgono alla ribalta, “E’ chiaro che il calcio e’ profondamente vittima di quello che e’ successo – fu il commento del presidente del Coni, Giovanni Malago’ – Questo e’ un danno d’immagine non solo alla Lega Pro ma a tutto il mondo del calcio, e parlo anche a nome dello sport: non lo posso accettare”. Parole dure a cui faranno seguito quelle del premier Enrico Letta: “Dico tolleranza zero, perche’ quanto accaduto puo’ generare un effetto negativo drammatico nei confronti dei valori che il mondo dello sport trasmette”. E mentre gli ultras della Nocerina negano le minacce spiegando di aver chiesto ai giocatori solo un “gesto eclatante” per dare voce “all’ingiustizia subita”, la procura di Nocera Inferiore apre un fascicolo contro ignoti per violenza privata aggravata, con le forze dell’ordine che identificano 30 ultras coinvolti nel raid nel ritiro della squadra e formalizzano i primi 20 daspo. E fra scambi d’accuse su tutto il fronte (l’amministratore unico della Nocerina, Giovanni Citarella, ha accusato le forze dell’ordine di aver imposto alla squadra di giocare per motivi di ordine pubblico), sul piano sportivo arriva l’inevitabile sconfitta a tavolino e la decisione del giudice di rimettere gli atti nelle mani della Procura federale. A inizio mese cominciano le audizioni, ecco i risultati: 17 deferimenti, 11 giocatori e sei tra dirigenti, allenatori e medici, con l’accusa di illecito sportivo che la societa’, per bocca del presidente Benevento, rispedisce subito al mittente: “la societa’ ha fatto tutto il possibile perche’ i calciatori partecipassero regolarmente alla partita, Riteniamo assolutamente infondato il capo d’accusa”. Adesso la parola alla Disciplinare.
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